Una “tortura” sulla quale i ministri Antonio Tajani e Carlo Nordio devono “riferire” in Parlamento “per spiegare come intendono muoversi”. È Ilaria Cucchi, senatrice di Sinistra Italiana, a chiedere conto al governo Meloni di come vuole farsi “sentire” con gli Usa per quanto avvenuto a Matteo Falcinelli, il giovane incaprettato dalla polizia statunitense dopo l’arresto come dimostrato dalle immagini delle body cam degli agenti pubblicate da Quotidiano Nazionale. Domenica Tajani aveva parlato di un trattamento “inaccettabile e violento” dicendosi “particolarmente colpito” dalle immagini.
“Non dimentichiamoci che questo non è l’unico caso recente in cui i diritti di un cittadino italiano all’estero vengono apertamente violati – sottolinea Cucchi – Mi aspetto che il governo si faccia sentire schierandosi dalla parte della dignità umana”. La “brutalità della polizia”, rimarca, è “un fenomeno su cui dobbiamo tenere gli occhi aperti, anche in Italia”. Anche perché la “cultura dell’impunità”, aggiunge la senatrice, “rappresenta una gravissima minaccia per la democrazia”.
Lunedì mattina, intervenendo a Mattino Cinque, il ministro degli Esteri è tornato a dirsi colpito: “Con grande rispetto nei confronti delle istituzioni degli Stati Uniti, che rimangono una grande democrazia, però non possiamo che manifestare grande preoccupazione per quello che è accaduto. Ma sono convinto che gli Stati Uniti faranno chiarezza”. Tajani ha poi espresso fiducia quanto all’evoluzione anche giudiziaria del caso: “Già gli stanno derubricando tutte le accuse che gli avevano fatto, quindi credo che si vada nella giusta direzione”, ha dichiarato, osservando che “il giovane vuole proseguire i propri studi negli Stati Uniti, quindi vuole rimanere nel paese, ma credo che abbia ragione nel denunciare un trattamento che certamente ci preoccupa e dispiace”.
Domenica, la madre del giovane, Vlasta Studenivova, era intervenuta a In Mezz’ora, ricordando come “nel report che la polizia ha rilasciato, scritto sotto giuramento degli agenti, non c’è una sola parola che corrisponda a quanto si vede nelle riprese”. Il figlio, è la sua ricostruzione, “voleva andare a riprendere i suoi due telefoni rimasti nel bar e li chiedeva, ma gli agenti invece che assisterlo lo invitavano ad andare via”, poi “lui ha cominciato a rivolgersi agli agenti chiedendogli perché non facessero il proprio lavoro al servizio dei cittadini, ma proprio in quel momento con un dito ha toccato il badge di uno degli agenti e da lì è partita l’aggressione e l’arresto”.
Arresto che – come dimostrano i video – non è consistito solo nell’ammanettare Falcinelli: gli agenti hanno messo il ginocchio sul collo dello studente impedendogli di respirare come nel caso di George Floyd. “Quando il poliziotto si alza, mentre lui è in stato di incoscienza, dietro arriva la guardia di sicurezza che porta in mano i telefoni di Matteo: questa è la prova che mio figlio non stava mentendo e aveva il diritto di chiedere quei telefoni”, aggiunge la donna. Studenivova ha anche spiegato che “Matteo si trova ora al campus universitario, dove giorno e notte sono lì a sorvegliarlo perché lui ha paura di tutti e tutta la sua voglia di vivere si è trasformata in un incubo di vivere”.