Nel decreto legge Agricoltura c’è anche la norma per tenere a galla lo stabilimento siderurgico tarantino dell’ex Ilva. È previso lo stanziamento di altri 150 milioni di euro per garantire la continuità operativa. Nel dl, approvato lunedì in Consiglio dei ministri, non c’è invece la norma che prevedeva una garanzia dello Stato sulla futura vendita dell’ex Ilva per tutelare il compratore, come era trapelato da una bozza. “Si tratta del terzo intervento da inizio anno che ha l’obiettivo di garantire la continuità operativa e occupazionale degli stabilimenti, sostenere l’attività dei commissari e intervenire laddove la precedente gestione non ha dato seguito agli impegni a suo tempo assunti”, spiega il ministero delle Imprese e del made in Italy.
In totale i fondi erogati per l’azienda saranno 620 milioni, considerando i 150 milioni già concessi e i 320 milioni del prestito ponte, che dovrà avere il via libera dalla Commissione europea. Il decreto prevede inoltre “una misura per rafforzare la prevenzione del rischio incendi, che contemperando le esigenze di sicurezza con quelle di continuità degli impianti, dispone un rinvio di 48 mesi per la definitiva trasmissione del rapporto di sicurezza”. Si introducono, inoltre, norme che supportano l’operatività del Corpo nazionale dei vigili del fuoco per lo svolgimento di tali funzioni, anche mediante una più rapida immissione in servizio delle figure professionali essenziali alle attività di coordinamento delle squadre di intervento.
Intanto martedì è previsto un incontro tra i coordinatori dei sindacati di categoria Fiom, Fim e Uilm con i commissari di Acciaierie d’Italia. I metalmeccanici chiedono un piano di rilancio con “garanzie” su occupazione, ambiente e produzione. “Senza un chiaro piano di rilancio della produzione di tutti gli stabilimenti ex Ilva e la garanzia dell’intera occupazione, compresa quella dell’indotto e dei lavoratori in Ilva a.s, è difficile proseguire un vero confronto”, ha detto il segretario nazionale Uilm, Guglielmo Gambardella. “Nell’ultimo incontro a palazzo Chigi abbiamo già dichiarato la nostra insoddisfazione sulle linee guida del piano industriale e domani ci attendiamo un incontro concreto per conoscere tempi, modalità e risorse per la ripartenza degli impianti e il ritorno al lavoro dei tremila attualmente in cassa integrazione”, ha spiegato l’esponente sindacale. “Sono 20mila i lavoratori che attendono risposte, domani dai commissari non vogliamo annunci”, ha sottolineato il coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil, Loris Scarpa.