Era il giorno dell’annunciato e atteso sciopero dei giornalisti Rai per protestare contro “il controllo asfissiante sul lavoro giornalistico, con il tentativo di ridurre la Rai a megafono del governo, l’assenza dal piano industriale di un progetto per l’informazione della Rai” e “le carenze di organico in tutte le redazioni”. Per queste ragioni, l’Usigrai, il principale e maggiormente rappresentativo sindacato dei giornalisti della tv pubblica, aveva proclamato 24 ore di astensione dal lavoro dalle 5.30 di lunedì 6 maggio alle 5.30 di martedì 7. Nonostante questo il Tg1 e il Tg2 sono andati in onda in edizioni quasi complete, ridotte di pochissimi minuti con tanto di servizi chiusi e firmati, collegamenti in diretta con le sedi estere e con Palazzo Chigi e solo alcune notizie lette da studio con l’accompagnamento delle immagini. Uno sciopero che, in questo modo, è risultato quasi invisibile per il telespettatore. Sono saltate solamente le edizioni del Tg3 delle 14.30 e di tutti i Telegiornali regionali della Rai (il Tg3 delle 12 è andato in onda in forma ridottissima di poco più di cinque minuti). “La libertà è anche di chi non vuole scioperare, ma è illegittimo che una minoranza si organizzi con cambi di turni e si metta a disposizione per tentare di far fallire uno sciopero“, ha commentato il presidente della Federazione nazionale della stampa italiana, Vittorio Di Trapani.

Il no allo sciopero di Unirai – Negli anni passati eravamo stati abituati a edizioni dei Tg, nei giorni di sciopero, estremamente stringate – di pochi minuti – con la sola lettura delle principali notizie e senza servizi. Il neonato sindacato di destra dei giornalisti della tv pubblica (Unirai) – che vanta circa 350 iscritti, contro gli oltre 1.600 dell’Usigrai – aveva annunciato già che non avrebbe aderito allo sciopero e che i giornalisti iscritti avrebbero lavorato regolarmente. Un boicottaggio che, guardando i Tg dell’ora di pranzo, sembra essere riuscito.

Il Tg2 – Alle 13 così è andata in onda l’edizione del Tg2: condotta da Stefania Zane ha avuto una durata di 28 minuti contro i 30 previsti. Si inizia con il servizio sulla guerra nella Striscia di Gaza con tanto di collegamento in diretta con il corrispondente a Gerusalemme, poi è il turno della corrispondente da Mosca con gli aggiornamenti sulle minacce nucleari di Putin. Segue un servizio chiuso sulle reazioni in Europa e un altro collegamento in diretta con Parigi per parlare della stretta di mano tra Xi e Macron. E non mancano gli aggiornamenti sulla politica italiana con un altro collegamento in diretta da Palazzo Chigi. Seguono altri due servizi sui partiti di maggioranza e opposizione e infine c’è spazio anche per tutte le altre notizie: dall’anniversario del terremoto del Friuli, al satellite ambientale che sarà lanciato nello spazio, il calcio, il Giro d’Italia e Jannik Sinner, ma anche le ultime uscite al cinema e un approfondimento sull’ultima settimana del programma di Fiorello. Tutto questo con servizi chiusi e firmati. Solo alla fine la lettura del comunicato dell’Usigrai e immediatamente dopo la replica dell’azienda. In tutto due minuti in meno rispetto a una normale edizione del Tg.

Il Tg1 – Stesso discorso per il Tg1 delle 13.30: sei minuti in meno rispetto al previsto. Ventiquattro minuti con la conduzione di Sonia Sarno che rendono, anche in questo caso, impercettibile l’esistenza dello sciopero. Anche qui non mancano i collegamenti in diretta: si inizia con Mosca, poi Gerusalemme e Parigi (in questi ultimi due casi con gli stessi giornalisti che si erano collegati con il Tg2). Seguono i servizi chiusi e firmati sui Btp, sulle riforme del governo e “i risultati positivi dell’economia” raggiunti dalla maggioranza, il servizio sullo studente italiano arrestato negli Usa, poi gli incidenti stradali in Puglia e la donna morta dopo essere precipitata dalla zip line. Ma anche spazio al meteo che cambia, il servizio sul calcio, sul Marco Polo in scena in un teatro cinese e infine la morte di Bernard Hill, l’attore che aveva interpretato il Capitano del film “Titanic”. A margine, anche al Tg1, la lettura dei due comunicati.

Le reazioni – Così esulta il presidente dei senatori di Forza Italia e componente della commissione di Vigilanza, Maurizio Gasparri: “Liberi di scioperare, liberi di lavorare. Crolla il muro del monopolio sindacale. Vince la libertà di scelta per tutti. In onda i Tg Rai”, scrive su X Gasparri. Dai sindacati intanto cresce la protesta per quanto accaduto: “Verificheremo se non ci sono state violazioni del diritto di sciopero“, ha detto il segretario Usigrai, Daniele Macheda. Allo sciopero “ha aderito la stragrande maggioranza dei giornalisti Rai” – sottolinea Macheda – puntando il dito contro lo “spirito anti sindacale” dei “direttori di Tg1 e Tg2” che “hanno deciso di mandare in onda le edizioni delle 13.30 e delle 13 con servizi e collegamenti insolitamente lunghi per raggiungere la maggior durata possibile (comunque inferiore a quella consueta)”. “Un inganno ai cittadini per mascherare il fallimento del boicottaggio”, commenta l’Esecutivo Usigrai facendo presente che “pur di dare l’impressione che lo sciopero fosse fallito, i direttori di Tg1 e Tg2 hanno concentrato i pochi al lavoro in una sola edizione facendo saltare le altre”, conclude la nota.

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Sciopero Rai boicottato dal sindacato di destra, Di Trapani: “Cambi turno e riposi spostati, si sono organizzati per farlo fallire. Non è legittimo”

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