Fatta la legge trovato l’inganno. Mentre è arrivata al decimo giorno la sperimentazione del ticket di accesso da 5 euro a Venezia, è partita via web l’offensiva di chi vuole boicottare il balzello. Siccome un veneziano può invitare conoscenti e amici a far loro visita, ecco che è sorto il sito www.nocda.com che mette a disposizione “codici amici”, ovvero un invito nei confronti di qualcuno che non si conosce personalmente, ma a cui si offre la giustificazione per evitare di pagare il ticket. Una genialata? Una furbata? O addirittura un illecito, con elusione di una tassa? Le domande si intrecciano, ma per il momento c’è una dura presa di posizione del Comune di Venezia, che nei primi nove giorni di sperimentazione (in totale 29 giornate previste nel 2024) ha contabilizzato più di 160mila ingressi a pagamento, incassando oltre 800mila euro. Se un veneziano invita un amico, genera un “codice amico” con il quale l’ospite si registra sul sito comunale, ottenendo il pass per l’ingresso gratuito nel corso della giornata. Il sito inventato da un gruppo di veneziani dissidenti mette a disposizione i codici gratuitamente.
La sigla indica già lo scopo: no al ticket di accesso. “Venezia città aperta. – è scritto nell’intestazione – Venezia non è un museo. Non si deve pagare per entrare in una città. Diventa amico di un veneziano e visita la città senza pagare nessun biglietto”. È come fare l’autostop in rete e trovare un abitante del centro storico che si ferma (in gondola, invece che in auto) e ti dà un passaggio. Nella notte di venerdì 3 maggio risultavano “disponibili 209 codici, con cui poter invitare 2071 amici”. Gli organizzatori spiegano: “Tutto è totalmente gratuito. Sia la generazione che la richiesta di codici. Il nostro guadagno è continuare a vivere in una città e non in un museo”. Dietro la facciata, assicurano, non c’è nessuna associazione o partito. Inoltre: “Al contrario del ticket d’accesso qua non viene salvato e analizzato nessun dato. Non c’è nessun cookie o tracking di alcun tipo. Gli unici dati che vengono salvati in un database sono i codici caricati”. In ogni caso, chi utilizza il codice deve poi registrarsi sul sito comunale, e quindi fornire le proprie generalità.
La pagina è divisa in due parti. Cliccando a sinistra si apre “dona un codice”, per mettere a disposizione l’invito allo sconosciuto turista. Cliccando a destra si apre “richiedi un codice”, che mette a disposizione un “codamico” seguito da lettere identificative, che va ricopiato e utilizzato per la registrazione sul sito del Comune di Venezia, da dove viene scaricato il voucher di accesso. Il sito Venessia.com ha dato su Facebook il lieto annuncio: “Nuove amicizie (interessate ahahha) nascono”. Poi ha copiato l’homepage del sito salta-ticket. Subito sono fioccate decine di commenti, tra il serio e il faceto. Il meccanismo si è messo in moto e i codici generati in poche ore sono stati numerosi, in grado di invitare a Venezia centinaia di persone. Matteo Secchi, portavoce di Venessia.com, ha però precisato. “Non siamo stati noi, mi spiace, anche se siamo convinti che far pagare non è la soluzione ai problemi del turismo di massa. Abbiamo ricevuto una mail che indicava questo sito e ci siamo limitati a diffondere”. Dal Comune si fa sapere che, trattandosi di un tributo, l’elusione irregolare del pagamento deve essere denunciata e chi ha violato le norme dev’essere perseguito.