Caos al concorso per i candidati dirigenti scolastici svolto lunedì al padiglione sette della Fiera di Roma. Se la Uil parla di “una giornata da dimenticare per il ministero dell’Istruzione e del Merito” a causa di attese interminabili, bagni chimici maleodoranti, banchi insufficienti ed errori nella formulazione delle domande di lingua straniera, nemmeno l’inquilino di viale Trastevere, Giuseppe Valditara, riesce stavolta a difendere la “ditta”. Il professore leghista in un comunicato inviato a metà pomeriggio ha parlato di “disfunzioni inammissibili” e si è detto pronto ad “acquisire tutti gli elementi necessari per individuare, tra i vari enti competenti per la procedura, quelli cui siano addebitabili i problemi riscontrati, affinché ne possano rispondere”. Intanto a pagare (anche in termini di denaro visto che a causa dei ritardi hanno perso aerei e treni già acquistati) sono gli oltre 2mila professori vincitori del ricorso presentato nel 2017 e concluso con la pronuncia del Consiglio di Stato a favore della ripetizione dell’esame scritto.

Lunedì, la prova doveva iniziare alle 10,30 ma ha preso avvio alle 14,30 a causa di una caotica procedura d’autenticazione e dei problemi dovuti a un insopportabile odore di fogna. Qualcuno è persino svenuto dopo essere rimasto per ore sotto il sole tanto che è dovuto intervenire anche il 118. Ma c’è di più. Tra i quiz era previsto che i candidati dovessero rispondere a cinque domande nella lingua straniera selezionata all’atto della domanda, ma all’esame si sono ritrovati a dover scegliere le loro cinque tra venti domande in quattro lingue differenti escludendo le restanti quindici.

A denunciare il fatto è il segretario generale della Uil Scuola, Giuseppe D’Aprile: “Si è trattato di un caos organizzativo inaccettabile di cui chiederemo chiarimenti. E’ grave che la società incaricata dal ministero a gestire il concorso non conoscesse la scelta delle domande di lingua straniera per i singoli candidati. La prova è stata svolta in condizioni inappropriate, ha avuto un costo di partecipazione di 350 euro ed è iniziata con quattro ore di ritardo con tanto di sala maleodorante”.

Non solo. A distanza di ventiquattr’ore stanno arrivando i risultati di un test computerizzato di cui, invece, i candidati avrebbero dovuto conoscere immediatamente gli esiti. Da Roma, intanto, il ministero fa sapere che a fronte di 2.321 candidati partecipanti alla prova scritta il numero di ammessi è pari a 1.971, e cioè l’84,9%. Resta l’amaro in bocca e la rabbia dei tanti che lunedì sono arrivati da tutt’Italia a Roma per affrontare un esame in una situazione assurda e persino con poca chiarezza. In queste ore i sindacati stanno ricevendo numerose telefonate da parte dei loro iscritti e com’è consuetudine non sono esclusi ricorsi vista la situazione.

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