“Hanno superato ogni limite”. La madre di Matteo Falcinelli, Vasla Studenicova, racconta, in un’intervista all’agenzia Ansa, i dettagli dell’arresto violento del figlio 25enne da parte della polizia di Miami, negli Stati Uniti, la notte tra il 24 e il 25 febbraio scorsi. Matteo è stato sottoposto a “tortura”, afferma sua madre, che aggiunge di ritenere l’arresto “infondato” e ha già detto che denucerà gli agenti Usa: “Hanno fatto una cosa disumana, che mi ricordo di aver visto a scuola quando ci facevano vedere film di come la Gestapo torturava i prigionieri nei campi di concentramento”.

Falcinelli, originario di Spoleto, da tre anni studia negli Stati Uniti e ha da poco concluso il semestre alla Florida International University. Dopo l’arresto, è stato sottoposto a processo con le le accuse di resistenza a pubblico ufficiale, opposizione all’arresto e violazione di domicilio. Al momento sta scontando un trattamento alternativo al carcere analogo alla messa alla prova italiana, dopo il quale, secondo quanto riferito dal suo avvocato Francesco Maresca, “dal punto di vista giudiziario per lui questa vicenda si chiude”.

La famiglia del giovane ha denunciato le modalità particolarmente violente adottate dalle forze dell’ordine della Florida per quello che, nel racconto della madre, è stato un incidente in una notte di alcol ed equivoci, dove Falcinelli ha raccontato di essere truffato dai gestori di uno strip club in cui era finito per caso. “Se la violenza negli Stati Uniti è toccare involontariamente la targhetta di un ufficiale, allora quello che hanno fatto a Matteo come lo vogliamo chiamare?”, racconta Studenicova, che usa senza mezzi termini il termine “tortura”.

La ricostruzione – La sera dell’incidente era l’inizio delle vacanze di primavera del campus e Matteo aveva deciso di festeggiarlo con un drink. Aveva scelto il Dean’s Gold perché era vicino casa, ma non sapeva che si trattava di un locale per soli uomini, uno strip club. Nel locale, il figlio era stato avvicinato da una donna che gli aveva offerto mezz’ora di sesso per 500 dollari, mentre se avesse voluto un’ora gli sarebbero serviti 1.000 dollari. Matteo aveva rifiutato, si era allontanato, poco dopo aveva iniziato a parlare con un’altra ragazza, Giselle, ed era andato a ordinare per tutti e due vodka e red bull, che finiscono per costargli comunque 500 dollari. Da quel momento, accadono una serie di eventi confusi. “Il nostro sospetto è che gli abbiano somministrato delle droghe”, commenta la madre di Matteo. Falcinelli non trova più i due telefoni, che ricompaiono all’entrata, la ragazza conosciuta gli chiede ripetutamente se si sente bene. “Verso le due Matteo decide di andare a casa e va a pagare” – racconta Studenicova – “da quel momento è totale blackout, non si ricorda assolutamente nulla fino alle 3.38 quando lo arrestano e gli premono la testa contro l’asfalto. Lì ricorda la forte pressione sulla testa e quello è il primo ricordo, quindi lui non sa per quale motivo si trova in quella situazione e cosa è successo”.

“Abuso di potere” – Gli agenti “lo hanno buttato a terra, lo hanno sottoposto a violenze psicologiche, ha tentato il suicidio nell’auto della polizia”, racconta la madre. In carcere “gli hanno messo la tutina arancione e gli hanno assegnato il letto in alto senza scala ma a causa delle ferite aveva forti difficoltà a raggiungerlo”, racconta ancora riferendo che gli agenti non hanno avvertito il consolato e neanche i familiari, che per legge dovrebbero essere contattati in caso di ferite. La versione della polizia di Miami, a verbale, è che Matteo abbia cominciato a spintonare gli agenti perché “voleva indietro i 500 dollari spesi nel locale”. La madre di Falcinelli ha annunciato che denuncerà gli agenti per falso d’ufficio, perché i video non mostrerebbero alcuna aggressione da parte del ragazzo, oltre che per i reati di maltrattamento, abuso di potere ed eccessivo uso della forza da parte della polizia.

La famiglia ha avuto la possibilità di visionare i video delle telecamere di sorveglianza dopo che i proprietari del locale Dean’s Gold hanno fatto cadere un’iniziale accusa di violazione di domicilio (trepassing). La mamma di Matteo racconta anche di essere entrata nel locale per vedere come fossero disposte le telecamere: “Con degli amici abbiamo ordinato dei drink ma non li abbiamo bevuti”, dice.

La cronaca del processo – La prima udienza del processo contro Matteo si è tenuta il 26 marzo, ma è stata un nulla di fatto perché i capi di accusa non erano stati formalizzati. Dopo una seconda udienza a vuoto il 28 marzo, continua il resoconto di Stunikova, il processo è cominciato l’8 aprile e l’accusa ha chiesto un anno di messa alla prova e libertà vigilata, “e un corso per la gestione della rabbia”. Il giudice rimanda la decisione al giorno dopo e chiede all’accusa di sentire gli agenti, che però non rispondono. Così si decide per un Pti, pre trial intervention e concede una ‘motion to travel’ dal 27 aprile al 10 giugno”. Matteo, assicura la madre, intende rientrare negli Stati Uniti e terminare gli studi probabilmente già in primavera.

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