Al consiglio comunale di Torino, con i suoi compagni di banco, qualche volta ha avuto da discutere. Presto, però, potrebbe salutarli. Se le cose dovessero andare come spera, Giovanni Crosetto, nipote del ministro della Difesa Guido e capogruppo di FdI in consiglio comunale, andrà a Strasburgo: è riuscito a candidarsi alle europee nella circoscrizione Nord-Ovest. Trentaquattro anni da compiere, consulente aziendale, sembra aver seguito un percorso diverso da quello di altri rappresentanti del partito meloniano in città, gente come la deputata Augusta Montaruli e l’assessore regionale Maurizio Marrone, cresciuti nelle organizzazioni giovanili e studentesche di Alleanza nazionale. “II mio percorso in Fratelli d’Italia inizia nel 2012, quando un gruppo di parlamentari votò in dissenso dal Pdl su questioni di competenza europea che ancora oggi risultano controverse e oggetto di dibattito, come MES e Fiscal Compact“, spiega a ilfattoquotidiano.it. Tra quei parlamentari, c’era lo zio Guido, fondatore di FdI. “Da quel momento ho iniziato la mia esperienza politica nei circoli territoriali, prima in provincia di Cuneo poi in quella di Torino”.

Che abbia seguito un percorso diverso dai due esponenti forti di FdI a Torino lo si è visto anche in certe occasioni. Ad esempio a gennaio, davanti alle immagini della commemorazione dei morti di Acca Larentia coi saluti romani, le ha definite non degne “di uno Stato democratico, civile e liberale” e ha aggiunto che “la messa in scena di una chiara ed evidente apologia del fascismo è un qualcosa di molto grave che dobbiamo condannare tutti senza esitazione”. L’ala liberale e l’ala cuneese di Fratelli d’Italia, più vicine a Crosetto, sembrano quelle che più sostengono il consigliere comunale torinese, anche in termini finanziari: la sua campagna elettorale per le amministrative del 2021 è stata sostenuta dallo zio con duemila euro, mentre una parte degli altri contributi è arrivata dalla senatrice Monica Ciaburro e dai consiglieri regionali Paolo Bongioanni e Davide Nicco.

Eppure, un elemento sembra accomunare tutti i “fratellini” torinesi: l’impegno contro il centro sociale occupata Askatasuna, con cui l’amministrazione del sindaco Pd Stefano Lo Russo vorrebbe avviare una “coprogettazione per la gestione congiunta”, o meglio, un percorso per farlo uscire dalla situazione di illegalità. “La sintonia (con gli altri esponenti di FdI, ndr) in realtà non è mai mancata – aggiunge il consigliere torinese –. Sul centro sociale Askatasuna, che il Pd vorrebbe regalare a chi occupa abusivamente un immobile del Comune dal 1996, condividiamo le stesse posizioni e le stesse battaglie a favore della legalità”.

A sfogliare gli atti, le interpellanze e le mozioni presentate da Crosetto jr, tolte questioni sul decoro urbano o sul malfunzionamento di alcuni uffici pubblici, sembra che il capogruppo FdI abbia un pallino per gli antagonisti animatori delle lotte sociali cittadine. Il 10 marzo 2022, ad esempio, ha presentato una mozione per chiederne lo sgombero che ha trovato favorevoli i consiglieri dei centrodestra (e il capogruppo M5s Andrea Russi). Crosetto ha sostenuto poi la proposta di mozione di Domenico Garcea (Forza Italia) per spingere la città a costituirsi parte civile nel processo contro i capi e i militanti di Askatasuna, proposta respinta dall’aula. Ha poi tuonato contro il centro sociale Murazzi, definito come la versione “Summer edition” del primo; ha chiesto al sindaco un daspo urbano per i militanti che avevano aggredito gli studenti del Fuan al campus dell’università. Infine, dopo gli episodi della notte del 31 dicembre 2023, cioè il corteo cittadino degli antagonisti e la solidarietà nei loro confronti espressa da Lo Stato Sociale durante il concerto in piazza, il capogruppo FdI ha chiesto alla giunta “se intendano continuare ad invitare musicisti che, una volta saliti sul palco, si facciano portavoce di messaggi contrari” alla legalità e quale fosse il compenso della band bolognese.

Eppure, quando i suoi colleghi di Fratelli d’Italia, Enzo Liardo e Ferrante De Benedictis hanno annunciato una raccolta di firme per un referendum abrogativo contro la “coprogettazione” ideata dalla giunta comunale, Crosetto se l’è presa: “Il centrodestra è stufo di queste fughe in avanti che servono solo a raccattare qualche voto di preferenza personale – ha detto –. Il centrodestra deve lavorare per rimanere unito e compatto, non per favorire qualcuno a scapito degli obiettivi che, tutti assieme, potremmo raggiungere”. Molti l’hanno ritenuto un messaggio rivolto a Montaruli e Marrone.

Col collega De Benedictis lo separa anche la questione Vannacci, il generale dell’esercito che sarà suo rivale alle Europee. Quando il comune ha negato una sala pubblica per la presentazione dei libri dell’ufficiale, De Benedictis con Nazione Futura (think tank del mondo conservatore) hanno trovato una sede alternativa. “Sinceramente non capisco perché supportare una persona che ha manifestato l’intenzione di candidarsi in altri partiti e che ha scatenato un vero e proprio caso politico, anche nei confronti del nostro governo”, ha detto Crosetto junior, con un pensiero non distante da quello dello zio Guido. “Lo invito a superare questioni personali che per altro riguardano suo zio”, gli aveva risposto il compagno di banco. “Per quanto riguarda Vannacci, ho visto che ha trovato una buona sintonia con un altro partito”, conclude il nipote del ministro.

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