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L’attentato a Zelensky doveva essere “un regalo gradito a Putin” per il suo insediamento. Il piano: “80 mila dollari e mine antiuomo”

Avrebbero dovuto rapire e poi eliminare Zelensky. Un’operazione che, secondo i servizi segreti ucraini, sarebbe dovuta essere “il regalo più gradito per Putin” nel giorno del suo quinto insediamento. Non solo. Il complotto sarebbe costato circa “80 mila dollari per colpire”. E nel “pacchetto” erano comprese anche, per i russi, cariche esplosive e mine antiuomo. Il piano è stato però sventato dal servizio di sicurezza di Kiev, Sbu. E a renderlo noto è la stessa agenzia dei servizi segreti ucraina che aggiunge di aver smantellato una rete di agenti dell’Fsb – i servizi di sicurezza del Cremlino – che stavano preparando l’operazione per uccidere Volodymyr Zelensky. Nell’operazione, secondo quanto riportato dallo Sbu su Telegram, sono coinvolti anche due colonnelli del dipartimento ucraino per la sicurezza che hanno fornito informazioni determinati a Mosca. L’operazione, l’ultima di una decina di tentativi di eliminare il leader ucraino, sembra però essere la più sofisticata tramata finora dalla Russia.

Per i due colonnelli del servizio di sicurezza ucraino è scattato subito l’arresto con l’accusa di far parte di un network di talpe pronte a colpire non solo Zelensky ma anche il capo della stessa Sbu, Vasyl Malyuk, e quello dell’intelligence militare, Kyrylo Budanov. “E’ la prima volta che due ufficiali di alto rango passano al soldo di Mosca“, ha sottolineato il portavoce del servizio, Artem Dehtiarenko che poi aggiunge che almeno uno degli assassini assoldati dal Cremlino per uccidere il leader ucraino “avrebbe ricevuto un compenso di 80 mila dollari per colpire“. Cifra che emerge da un audio intercettato, da Kiev, tra i cospiratori russi. Ora, i due militari rischiano l’ergastolo per alto tradimento e pianificazione di un attacco terroristico. Ancora non chiara quanto fosse estesa la rete di spie negli apparati di Kiev, e se la caccia ai complici sia ancora aperta. Dal 2022, sono oltre 2.500 gli ucraini finiti sotto inchiesta per tradimento, mentre altre 500 persone sono state accusate di aver fornito alla Russia indicazioni strategiche per i micidiali bombardamenti contro basi militari e truppe.

L’attacco, secondo quanto riportato dalla Sbu, avrebbe dovuto prendere forma prima della Pasqua ortodossa, il 5 maggio scorso. In un audio, uno dei due arrestati ha confessato di aver ricevuto migliaia di dollari in contanti o versati su conti di familiari, ha fatto sapere la Bbc. A tirare i fili dell’operazione tre agenti segreti del Cremlino: uno di loro, indicato con il nome di Dmytro Perlin, “reclutava talpe da prima dell’invasione”. Un altro, tal Oleksiy Kornev, si sarebbe incontrato con uno degli alti ufficiali arrestati “in un vicino Stato Ue” poco prima dell’attacco russo all’Ucraina.

Non è la prima volta che Kiev sventa un piano per uccidere il suo leader, inserito solo pochi giorni fa, il 4 maggio scorso, nella lista dei ricercati del ministero dell’Interno russo. Un mese fa un polacco è stato arrestato con l’accusa di essere in combutta con Mosca per assassinare Zelensky. Lo scorso agosto, invece, venne sventato un complotto per uccidere il presidente con un massiccio bombardamento aereo: una donna faceva da vedetta per colpirlo nel corso di una visita a Ochakov, ma non riuscì a inviare in tempo le informazioni. Mentre, il più noto dei tentativi di assassinio resta quello del commando di forze speciali cecene inviato a Kiev da Ramzan Kadyrov, che fin da prima dell’inizio delle ostilità avrebbe ricevuto da Putin in persona l’ordine di eliminare tutta la leadership ucraina nel corso di un faccia a faccia con lo zar del Cremlino.