Giustizia & Impunità

Patate al caviale e San Silvestro da 1.400 euro: i cibi luculliani di Toti e Signorini pagati da Spinelli. “Una via crucis di 18 pasti… leggendaria”

Sui social le foto con la focaccia di Recco e il pesto di Prà, durante il Covid i giri nei ristoranti per valorizzare il cibi del territorio. Per festeggiare a bordo dello yacht di Aldo Spinelli, però, Giovanni Toti preferiva altro: “Porta un po’ di caviale da Monaco, che la settimana prossima veniamo a mangiare una patata col caviale”. Il Principato era un po’ il crocevia dei pasti luculliani dei due presunti corrotti, secondo la procura di Genova, dall’imprenditore portuale. L’altro, Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell’Autorità portuale genovese, avrebbe invece beneficiato di diversi soggiorni in hotel di lusso e poi pranzi e cene, compreso un cenone di San Silvestro nel 2021 da 1.466,86 per due persone.

Il caviale da Monaco: “Lo mangiamo con la patata” – Era sempre l’occasione di festeggiare. Il 9 febbraio 2022, poco dopo la visita dell’allora presidente del Consiglio Mario Draghi, Toti e Spinelli si sentono telefonicamente. Il governatore ligure chiede all’ex presidente di Genoa e Livorno se avesse apprezzato le rassicurazioni di Draghi sulla realizzazione della diga foranea. “No guarda… Sono veramente, non felice, di voi tre, ma di più, perché immagino che quello sia un colpo veramente eccezionale… Ma siete stati veramente bravi, perché io è 30 anni che lotto per la diga”, si congratula Spinelli, come si legge nell’ordinanza, con un riferimento che per la giudice per le indagini preliminare è a Toti, a Signorini e al sindaco di Genova, Marco Bucci, non indagato. Toti coglie l’occasione: “Ora ci vediamo a festeggiare, dai, porta un po’ di caviale da Monaco, che la settimana prossima veniamo a mangiare una patata col caviale in barca”. In quella circostanza, sempre secondo la giudice, Spinelli “avendo perfettamente compreso le finalità dell’incontro (volta ad ottenere dei finanziamenti)” accettava la proposta di Toti, non lasciandosi però sfuggire l’occasione per “mettere sul piatto” anche un ulteriore argomento di interesse per il proprio gruppo imprenditoriale: “Eh va bè dai… Vediamo il Piano Regolatore, dai! Ok!”.

“Da Aponte mangi di m…” – Tre mesi prima, l’1 dicembre 2021, in un altro incontro tra Toti e Spinelli, presente anche Signorini, si mescolano ancora questioni tecniche e cibo. Tra un augurio e l’altro di poter festeggiare a Montecarlo il rinnovo della concessione delle rinfuse, una di quelle al centro dell’indagine, Spinelli parla del suo socio Gianluigi Aponte, non coinvolto nell’inchiesta: “Al suo tavolo quello rotondo che lo hai visto che ha fatto adesso, s’è fatto la mensa sopra non va più al suo circolo”. L’armatore, continua, “c’ha un tavolo rotondo così che gli parli col microfono, tra io e lui poi mangi di merda che…”. Interviene Toti: “Ma si perché non c’ha più il circolo glielo avranno chiuso eee… per le norme Covid”. E ancora Spinelli insiste sulla qualità del cibo: “Va beh. .. mangi di me… Paolo che te lo dico va beh lascia perdere…”. E Toti ci tiene a precisare che “intanto anche di là mangiavi abbastanza di merda… non è che è cambiato granché…”.

Le cene e i pranzi di Signorini – Non mangiava di certo male invece Signorini a Montecarlo, a giudicare dal prezzo dei pasti. Tutto o quasi spesato da Spinelli, sostiene la procura. La notte di San Silvestro del 2021, l’ex presidente dell’Autorità portuale e la compagna “hanno fruito di una cena presso il ristorante Salle des Etoiles” all’interno dello Sporting d’Ete, insieme ad altre cinque persone. La cena, costata in totale 5.134 euro, era “interamente a carico del Casinò di Monte Carlo in virtù dei benefici riconosciuti ad Aldo Spinelli ed ai suoi ospiti”, poiché l’ex presidente di Genoa e Livorno aveva uno “status privè” che “gli consente di essere pienamente supportato dal Casinò e beneficiare dei servizi di invito per lui ed i suoi ospiti”. A testa, insomma, è la stima della giudice per le indagini preliminari, costò 733,43 euro. Il cenone di Signorini e consorte, insomma, costò all’imprenditore 1.466,86 euro. Il giorno successivo, il pranzo di Capodanno, sempre a Montecarlo e ancora spesato, costò altri 430 euro.

La “via crucis” di 18 pasti: “Leggendaria” – Spinelli però ogni tanto si lamentava dei costi. In una conversazione apostrofa Signorini come una “pigna secca” dopo una cena costata 600 euro, sottintendendo che “fosse notoriamente ‘persona taccagna’ e mal propenso a pagare di tasca propria”, precisa il giudice. “Ma perché hai preso lo champagne”, la risposta del suo interlocutore che poi consigliava a Spinelli di “ordinare del semplice vino alludendo al fatto” che Signorini e un’altra persona “non fossero abituali a concedersi autonomamente tali lussi”. Di vacanza in vacanza, capitava anche che Signorini dimenticasse lo champagne nelle vetture prese a noleggio. Una volta, dopo essere rientrato dal Principato, viene chiamato dal responsabile: “Volevo dirle questo, dentro il bagagliaio della macchina… abbiamo trovato una bottiglia di champagne”. Signorini era certo “di averle tolte tutte” e “invitava l’uomo a prendere la bottiglia, considerandola un omaggio per la loro lunga conoscenza”. Era stata una vacanza di grandi fatiche prandiali, trascorsa in una junior suite all’Hotel de Paris: “Stavo ripensando, ieri sera, per addormentarmi, ho trovato la forza – dice in un’intercettazione – di ripercorrere la via crucis dei diciotto pasti che abbiamo inanellato”. Satollo, forse, ma comunque soddisfatto: “È stata veramente leggendaria”.