L’idea di Europa dei 5Stelle prevede “una terza via” sull’immigrazione, la revisione dei trattati inserendo la salute come competenze concorrente tra Ue e stati membri e il rilancio di una vecchia proposta del Movimento, ovvero quella di lasciare il Parlamento europeo in un’unica sede a Bruxelles, mentre quella di Strasburgo “deve diventare un hub di promozione della pace e di difesa dei diritti umani nel mondo”. C’è questo e molto altro nel programma del M5S per le Europee. Ovviamente ricco di passaggi sul tema armi, con la previsione di una conferenza di pace per l’Ucraina sotto l’egida dell’Onu, e sanzioni per chi venda armamenti a Paesi, fino a regole per “una maggiore trasparenza” sia sull’esportazione di materiale bellico che “sugli affari di banche e istituzioni finanziarie con il commercio di armamenti”.
Ma a colpire è innanzitutto la parte sull’immigrazione, che il Movimento ribattezza come “terza via”, a ribadire di non volersi schiacciare sul potenziale alleato a sinistra, il Pd di Elly Schlein. Secondo i 5Stelle, “vanno istituiti in Paesi terzi sicuri delle task force di esperti composte da delegazione dell’Ue” e di varie altre organizzazioni internazionali, “con l’obiettivo di esaminare preliminarmente la domanda presentata da un migrante volta al riconoscimento dello status di rifugiato, per poi permettergli di raggiungere un Paese dell’Ue in maniera legale e sicura”. Perché questa linea? “Solo con le vie legali di accesso archiviamo una volta e per tutte il modello della destra rappresentato da costosi e disumani hotspot”, sostengono i grillini. E per chi “non dovessero avere la possibilità di avvalersi delle task force”, arrivando in un Paese dell’Unione in modo irregolare? “Proponiamo di attivare un sistema di ricollocamento automatico ed obbligatorio dei richiedenti asilo tra tutti i Paesi europei sulla base di criteri che tengano conto delle necessità del richiedente asilo (lingua parlata, familiari/comunità già presenti in un determinato Paese, ecc) e dall’altro lato della reale capacità di accoglienza del Paese membro, prendendo in considerazione criteri come il Pil, la popolazione e il tasso di disoccupazione”. In più, il Movimento invoca la lotta ai trafficanti e più risorse per la cooperazione.
Il programma, come prevedibile, è disseminato di totem grillini come il salario minimo e una direttiva per il reddito di cittadinanza europeo, “variabile in base alla povertà di ciascun Paese”. E c’è anche un altro antico mantra di Beppe Grillo come la settimana corta. Spicca anche la parte sulla sanità, il tema su cui i vicini di casa del Pd batteranno di più per le Europee. Secondo il M5S, “la pandemia ha dimostrato che su questi temi gli Stati da soli non bastano. Per questo chiederemo che la salute diventi una competenza concorrente tra Unione e Stati membri”. Mentre “serve lo scomputo degli investimenti nel settore sanitario dal calcolo del deficit pubblico”, ossia dal Patto di Stabilità.
Corposa anche la parte sui diritti, con un paragrafo sulla procreazione medicalmente assistita: “La Ue deve riconoscere pari diritti a tutte le sue cittadine nell’accesso alla Pma. Tutte le donne, a prescindere dal loro orientamento sessuale e dal loro status civile, devono essere in grado di realizzare il loro sogno”. C’è molto anche sull’ambiente, con il no a discariche e a inceneritori e la richiesta di un fondo europeo per le bonifiche. Infine, la legalità, con il contrasto alle mafie e le norme contro la corruzione. “Mai più Qatargate e politici pagati dalle lobby” invocando i 5Stelle, che propongono “il divieto per gli europarlamentari di ricevere consulenze da parte di fondazioni e/o entità legate a Stati stranieri” e “il rafforzamento del registro di trasparenza”, ossia della banca dati che elenca le organizzazioni che cercano di influenzare le leggi in sede europea. Come in ogni singolo stato.