La via del Foro Italico – con a sinistra il Pietrangeli, il campo più bello del mondo, e sulla destra gli stand commerciali – comincia a riempiersi giorno dopo giorno, ma forse un po’ più lentamente del previsto. L’entusiasmo è contagioso, non proprio alle stelle. Si respira un’atmosfera un po’ strana quest’anno agli Internazionali di Roma 2024, da vorrei ma non posso: da una parte l’euforia per questa nuova età dell’oro che sta vivendo il tennis italiano; dall’altra la delusione per l’assenza di Jannik Sinner, il protagonista più atteso, che mai come stavolta avrebbe potuto riportare a casa il trofeo a distanza di quasi 50 anni dal trionfo di Panatta, e invece non potrà giocarsela (e riempire le tribune come sperato). Sportivamente, ed economicamente, sarà come sempre la miglior edizione di sempre, da quasi 25 milioni di incasso e mezzo milione di spettatori, ma anche un po’ un’incompiuta.

Senza Sinner, senza nemmeno Berrettini, il cui forfait era nell’aria da settimana ed è arrivato proprio all’ultimo momento, con Nadal all’ultima corsa e Djokovic unico superstite, una specie di highlander, ma pure lui con qualche scricchiolio, quello degli Internazionali è un tabellone monco, alla stregua degli altri tornei della stagione sul rosso. Inutile nasconderselo: la rinuncia di Jannik è stato un brutto colpo per gli organizzatori. Con la Davis, il primo Slam in Australia e il n.1 del ranking nel mirino, questa doveva essere la sua edizione (e un colpo clamoroso per la Federazione, che organizza l’evento). Il treno ripasserà, si spera, Sinner è ancora giovane e avrà altre occasioni. Intanto però il contraccolpo è evidente, non solo nell’atmosfera: stime ufficiali non ce ne sono, ma a quanto risulta al Fatto l’assenza di Sinner sarebbe stata quantificata in circa due milioni di euro in meno di ricavi.

Non perché la gente adesso regali i biglietti: il Foro resta l’esperienza più chic che ci sia nella Capitale in questa settimana. Né per la solita sparata del Codacons che vorrebbe scontare i prezzi e addirittura rimborsa chi ha già comprato il suo ingresso. Le prevendite erano andate a gonfie vele: le finali (sia maschile che femminile) sono già sold-out da tempo, il turno serale del venerdì pure, le semifinali quasi. Se un “effetto Sinner” si sentirà in negativo sarà proprio in questi primi giorni, in cui gli spalti sono fisiologicamente più vuoti, specialmente con la nuova formula che ha trasformato gli Internazionali in uno “miniSlam” di quasi due settimane: con Jannik in campo, ogni sua sessione di gioco sarebbe andata esaurita e anche gli allenamenti avrebbero fatto il pienone. Così bisognerà accontentarsi e magari sperare nell’exploit di qualche altro azzurro (Musetti, Cobolli o Arnaldi).

I dispiaceri si fermano qui perché il presidente Binaghi si prepara a celebrare comunque il suo ennesimo trionfo organizzativo, nella solita conferenza stampa di fine torneo, in cui tessere le proprie lodi. Solo con la prevendita (22,5 milioni di euro, +36%) l’edizione 2024 ha già eguagliato i ricavi dello scorso anno. Merito della “Sinner mania, che ha pompato le vendite già dalle settimane immediatamente successive ai trionfi in Davis o in Australia. E poi ai prezzi non proprio popolari, come da politica ormai consolidata della FederTennis: nei primi giorni il ground (il semplice ingresso al villaggio, con accesso solo ai campi secondari), costa solo 4 euro, ma poi nella settimana clou arriva addirittura a 50€ nel weekend; per il centrale è difficile cavarsela con meno di 50-100 euro, mentre nelle sfide decisive si parla di centinaia di euro. Binaghi si fa pagare i suoi gioielli. Così gli Internazionali, che valgono 600 milioni di impatto economico, 120 di gettito fiscale e 3.500 posti di lavoro, quest’anno dovrebbero incassare circa 25 milioni di euro dalla biglietteria. Anche senza Sinner. Non sarà un’edizione speciale, ma comunque da record.

Twitter: @lVendemiale

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Schwartzman annuncia il ritiro dal tennis: “Faccio fatica a ritrovare il sorriso. Chiuderò la mia carriera in Argentina nel 2025”

next