Calcio

La rivelazione di Patric: “Avevo perso il senso di vivere. L’ultima cosa che volevo fare era giocare a calcio”

“Mi svegliavo la mattina senza la voglia di fare niente, avevo perso il senso di vivere. Mi chiedevo perché dovessi andare a lavorare. La salute mentale è tutto“. Un periodo buio, il peggiore della sua vita: Patric – difensore della Lazio – ha raccontato, ai microfoni di Lazio Style Channel, la sua personale testimonianza. Problemi di ansia e di depressione vissuti in prima persona dal difensore spagnolo.

Patric si racconta: “Avevo attacchi di panico e in campo non vedevo il pallone”
Prima di essere calciatori, esseri umani con tutte le loro fragilità. E i malumori di Patric ne influenzavano le prestazioni proprio sul campo: “Ci sono tante situazioni ma anche partite in cui non vedevo il pallone: ricordo una partita in casa contro il Sassuolo. A volte sono stato troppo buono. Il fatto di non dire che stavo male per non deludere e per fare felici gli altri e non me. Erano tutti infortunati, dovevo giocare io per forza e per me non giocare era deludere. In quel momento non stavo bene, ma affrontare quel momento mi ha fatto diventare quello che sono. Non affrontare questa paura e fare la cosa più facile, ovvero rinunciare a giocare, non mi avrebbe reso così maturo. Sin da quando sono bambino penso che l’importante sia godersi la vita ed essere felice. Quando cresci ti rendi conto che la vita è piena di difficoltà e quando meno te lo aspetti arrivano”.

Un vortice che ha colpito il difensore della Lazio nel 2020, più precisamente nel periodo Covid: “Sono sempre stato un po’ ipocondriaco. Il fatto di vedere in tv la gente che stava morendo per Covid e io stavo da solo, mi faceva fare mille domande e mi ha fatto andare in crisi. L’ultima cosa che volevo era giocare a pallone. Se non ti senti bene non puoi fare un lavoro come il nostro. Devi essere tranquillo e sereno con te stesso”.

Secondo Patric, l’errore più grande è stato quello di non averne mai parlato apertamente con i compagni di squadra: “Mi venivano gli attacchi di panico negli aerei quando viaggiavamo. A volte qualcuno rideva, ma io volevo fare il forte. Alla fine è stata una cosa molto grave e me la sono tenuta sempre per me. Questo è stato un errore perché bisogna chiedere aiuto prima”.