Il numero dei minuti giocati in questa off-season sono 374. Ne vale davvero la pena?
Il numero dei minuti giocati da Josh Hart in questa off-season? 374. Facendo due rapidi calcoli, il giocatore dei New York Knicks è dunque rimasto in panchina solo per quindici minuti. Statistiche (e numeri alla mano: 17 punti e 12 rimbalzi di media) che dovrebbero esaltare l’impatto e l’importanza del n.3 nei playoff, contro Philadelphia 76ers e Indiana Pacers. Da qui la provocazione: vale la pena mettere a repentaglio una corsa fin qui memorabile della franchigia rischiando l’ennesimo infortunio?
Gli infortuni: una costante in casa Knicks
“Sì, ad un certo punto ho pensato di farlo riposare un minuto. Ma per fortuna è stato solo un pensiero passeggero”. Coach Tom Thibodeau scherza così nel post-partita, in realtà ci sarebbe da fare una riflessione sulla gestione di Hart. Un campanello d’allarme che preoccupa solo leggendo la media minuti: nelle ultime cinque gare (una di queste terminata all’overtime), il giocatore dei Knicks ha giocato 48.2 minuti a partita e con quello di stanotte, il numero di quarti consecutivi sale a dieci.
L’ultimo giocatore NBA con 4 gare da 48 minuti ai playoff prima di Hart? Jimmy Butler nel 2013, ai tempi dei Bulls. Anche in quel caso, l’allenatore era proprio Thibodeau. Lo stesso che assistette in prima persona all’infortunio che stravolse la carriera di Derrick Rose, giusto per citarne uno.
Oltre la vittoria (che non è mai scontata), in casa New York c’è un’altra costante: gli infortuni. Oltre all’ormai noto Randle, si aggiungono alla lista i vari Bogdanovic, Robinson e Anunoby nel solo mese di maggio. E come se non bastasse – nell’ultima gara contro i Pacers – i tifosi hanno tenuto il fiato sospeso anche per la stella Brunson che, nonostante l’infortunio al piede nel primo tempo, è tornato in campo. A Josh Hart, però, la situazione non preoccupa: “Lo stop di Anunoby? Giocherò comunque 48 minuti: non me ne frega un c***o”.
Cosa insegna il precedente di Pedri nel calcio
Una stagione da record…ma che non deve essere replicata. Esempio di come il riposo a qualunque età e in qualsiasi livello non debba essere sottovaluto. Super atleti certo, ma non super-uomini. Nel 2020/2021 il centrocampista del Barcellona Pedri giocò 73 partite, tra club e nazionale. Poi, un infortunio dopo l’altro e una precarietà fisica che ancora oggi si porta dietro. Da quell’anno senza pause, ne seguono tre di stop continui: 9 infortuni e 75 partite saltate. Per ora la carriera della stella spagnola è stata limitata da quel tour de force. Lo stacanovista Hart rischia, così, di diventare un altro caso: tanto rischioso, quanto preannunciato.