Christian Di Martino, il 35enne vice ispettore di Polizia accoltellato l’8 maggio alla stazione di Lambrate a Milano, voleva bloccare l’aggressore, il 37enne di origini marocchine Hassan Hamis, per evitare che venisse travolto da un treno. A riportarlo è il Corriere della Sera. Nel corso della colluttazione seguita all’intervento del poliziotto, Hamis ha estratto un coltello e lo ha colpito tre volte. Di Martino ora è ricoverato all’ospedale Niguarda in prognosi riservata, in condizioni “stabili” ma ancora molto critiche: è stato sottoposto a settanta trasfusioni di sangue.
Nella serata di mercoledì gli agenti della Polizia ferroviaria avevano chiesto rinforzi a Lambrate dopo che Hamis aveva iniziato a lanciare in strada sassi presi dalla massicciata, colpendo una donna di passaggio. All’arrivo dell’equipaggio della volante “Zara”, capeggiata da Di Martino, l’uomo inizia a correre sui binari: il poliziotto prova a fermarlo col Taser, ma i dardi elettrici non vanno a segno. A quel punto, ricostruisce il Corriere, per evitare che venisse travolto da un treno il vice ispettore prova a fermarlo fisicamente: ed è proprio durante il corpo a corpo che Hamis ha estratto una lunga lama da cucina da venti centimetri nascosta nella manica del giubbotto, colpendo tre volte Di Martino.
L’aggressore è in Italia da vent’anni e ha alle spalle diversi precedenti: 22 false identità e tre ordini di espulsione mai eseguiti. Il 5 maggio scorso era stato fermato alla stazione di Bologna perché minacciava passeggeri di un treno con un rasoio. In quel caso era stato denunciato a piede libero per resistenza. Ma Hamis era stato anche arrestato diverse volte, finendo anche in carcere in più di un’occasione. Stando a quanto ricostruito dalla polizia, il 37enne non ha mai ottenuto il permesso di soggiorno: per due volte, nel 2004 e 2012, il prefetto di Napoli aveva ordinato la sua espulsione, mai avvenuta.