Mentre il presidente cinese Xi Jinping si trova in Ungheria, paese dove il colosso cinese di auto elettriche Byd si appresta ad aprire uno stabilimento che le consentirebbe di bypassare eventuali dazi europei, da Washington giunge la notizia che Joe Biden si appresta a presentare nuove misure contro Pechino. Nel mirino proprio i veicoli elettrici, le batterie e i pannelli solari, produzione in cui la Cina detiene una consolidata leadership globale. L’annuncio ufficiale potrebbe arrivare già martedì prossimo, stando a quanto riporta l’agenzia Bloomberg. Misure che, secondo gli esperti, avranno però un effetto limitato sulle aziende cinesi: quella di auto elettriche già evitano il mercato americano, mentre quelle di pannelli solari esportano negli Usa da paesi terzi per aggirare i dazi.
È l’ultimo episodio di una guerra commerciale tra le due principali economie del pianeta che dura da anni ma che si sta intensificando. Il mese scorso la Casa Bianca ha chiesto di alzare le tariffe sull’acciaio e l’alluminio di provenienza cinese e ha lanciato un’ indagine sulle infrastrutture cantieristiche. Il ministero degli Esteri cinese ha affermato che la Cina adotterà misure per difendere i propri diritti e interessi.
La strategia del presidente Xi Jinping di incrementare la produzione per arrestare un rallentamento economico in patria ha innescato allarme all’estero. I leader degli Stati Uniti e dell’Unione Europea hanno rimproverato Pechino per il sostegno statale che, secondo loro, favorisce una forte crescita di esportazioni a basso costo che minacciano l’occupazione nei loro mercati. In ottobre l’UE ha avviato un’indagine sui sussidi per i veicoli elettrici che potrebbe portare a tariffe aggiuntive entro luglio. D’altro canto i produttori europei temono molto le possibili contromisure cinesi che potrebbero tagliarli fuori dal più grande mercato del mondo. Se rieletto Donald Trump ha promesso di aumentare le tariffe sulla Cina su tutta la linea, promettendo una tassa del 60% su tutte le importazioni cinesi. Molti democratici hanno respinto questo approccio, anche perché farebbe aumentare i prezzi per i consumatori statunitensi alle prese con l’inflazione.