L’Assemblea Generale dell’Onu ha approvato una risoluzione che riconosce la Palestina come qualificata per diventare membro a pieno titolo delle Nazioni Unite, e raccomanda al Consiglio di Sicurezza di “riconsiderare favorevolmente la questione”. Il via libera del Consiglio di sicurezza (dove gli Usa il mese scorso hanno posto il veto) è condizione necessaria per un’eventuale approvazione piena.
Il testo ha ottenuto 143 voti a favore, 9 contrari e 25 astensioni. Ad esprimersi contro sono stati Argentina, Repubblica Ceca, Ungheria, Stati Uniti, Papua Nuova Guinea, Micronesia, Nauru e, naturalmente, Israele. L’Italia si è astenuta, così come la Germania e la Gran Bretagna, Svezia e Svizzera. Subito prima del voto l’ambasciatore israeliano all’Onu Gilad Erdan ha detto “Avete aperto le Nazioni Unite ai nazisti moderni. “Questo giorno rimarrà ricordato nell’infamia”. “State facendo a pezzi la Carta Onu con le vostre mani”, ha detto passando alcune pagine del documento in un tritacarte. Una “decisione assurda” secondo il ministro degli esteri Israel Katz.
“L’Italia condivide l’obiettivo di una pace globale e duratura che potrà essere raggiunta solo sulla base di una soluzione a due Stati con Israele e Palestina che vivono fianco a fianco in pace e sicurezza entro confini riconosciuti e concordati. Riteniamo che tale obiettivo debba essere raggiunto attraverso negoziati diretti tra le parti e dubitiamo che l’approvazione della risoluzione odierna contribuirà all’obiettivo di una soluzione duratura al conflitto. Per questo motivo abbiamo deciso di astenerci”, dice il rappresentante permanente italiano, ambasciatore Maurizio Massari.
Intanto il gabinetto di guerra israeliano ha deciso “all’unanimità” di “approfondire l’operazione a Rafah”. Lo riferiscono i media israeliani. La decisione è stata presa nonostante il presidente Usa Joe Biden abbia annunciato lo stop di alcune forniture di armi a Israele se l’esercito avesse invaso Rafah. L’attacco di terra israeliano a Rafah porterebbe a una “colossale catastrofe umanitaria“: l’allarme è stato lanciato dal segretario generale dell’Onu Antonio Guterres.
I camion con gli aiuti umanitari stazionano sotto il sole da 4 giorni e molti generi di supporto destinati alla popolazione palestinese stanno andando a male, mentre i feriti attesi in Egitto sono bloccati dall’altro lato dei valichi con Gaza di Rafah e Kerem Shalom, tuttora chiusi. Restano di là del confine anche gli stranieri e i cittadini con doppia cittadinanza. Lo riferisce il capo della Mezzaluna Rossa egiziana del Nord Sinai, Khaled Zayed. La Cnn denuncia l’esistenza di un centro di detenzione nel deserto israeliano del Negev dove i detenuti palestinesi sono costantemente bendati, legati, picchiati, costretti al silenzio, perquisiti di notte sotto la minaccia dei cani. L’emittente riporta la testimonianza di tre “talpe” israeliane che vi lavorano. Una ha scattato anche due foto.
Il presidente colombiano Gustavo Petro è tornato a denunciare “il genocidio” della popolazione di Gaza da parte delle forze militari israeliane e ha chiesto al Consiglio di Sicurezza dell’Onu di considerare la possibilità di inviare una forza di pace a Gaza. Lo ha affermato oggi in un post sul suo profilo X dove ha pure sollecitato la Corte Penale Internazionale a emettere un ordine d’arresto nei confronti del primo ministro, Benjamin Netanyahu.