Due foto sfocate in cui si vedono decine di uomini bendati, con tute grigie, costretti immobili a sedere per terra, su dei materassini sottili. Il filo spinato tutto intorno, le luci dei riflettori puntate su di loro e qualche coperta posata sulle gambe. Ciò che le foto non dicono è che quelle persone sono detenuti palestinesi in quella che la Cnn ha identificato come la base-carcere del Negev di Sde Teiman. Nell’aria le grida delle guardie che pretendono il massimo silenzio dai prigionieri che provano a comunicare tra loro pur non sapendo chi si trova al loro fianco, oltre a un fetore di ferite mal curate.

L’inchiesta della tv americana mostra le immagini di quella che assume le sembianze di una Abu Ghraib israeliana. Le ha raccolte da tre fonti interne che hanno poi testimoniato segretamente ciò che avviene nella struttura, i trattamenti disumani ai quali sono costretti i detenuti palestinesi arrestati a Gaza e rinchiusi nelle carceri di Tel Aviv. Racconti difficili da ottenere, ma che hanno un macabro precedente all’inizio di aprile, quando è stata diffusa la lettera con la quale un medico operante all’interno di questa prigione ingoiata dal deserto aveva inviato ad alti funzionari israeliani parlando di persone incatenate per 24 ore al giorno con le ferite delle manette che, in alcuni casi, rendono necessaria l’amputazione degli arti. Quel posto, oltre a essere uno dei carceri più duri del Paese è considerato “un paradiso per i medici stagisti” perché lì, raccontano gli informatori, sono dottori con scarse qualifiche a compiere, spesso, alcune procedure mediche oltre le loro capacità.

Secondo le ricostruzioni, la struttura si trova a circa 25 km di distanza dalla frontiera con Gaza ed è divisa in due parti. Nella prima si trovano i recinti dove sono detenuti circa 70 prigionieri arrivati dalla Striscia. Ma è nella seconda che la brutalità della detenzione emerge maggiormente, secondo i racconti: un ospedale da campo dove i feriti sono legati mani e piedi ai loro letti, costretti a rimanere in posizione supina, con gli occhi bendati, indossando pannoloni e venendo alimentati attraverso cannucce. “Li hanno spogliati di tutto ciò che li faceva somigliare a esseri umani”, dice un informatore. I pestaggi “non sono stati fatti per raccogliere informazioni. Sono stati fatti per vendetta”, dice un altro. “È stata una punizione per ciò che i palestinesi hanno fatto il 7 ottobre e una punizione per il comportamento nel campo”.

E le testimonianze che arrivano da questo luogo sono da girone dell’inferno. “Quello che ho provato quando avevo a che fare con quei pazienti è un’idea di totale vulnerabilità – ha detto un medico che ha lavorato a Sde Teiman – Se immagini di non poterti muovere, di non poter vedere cosa sta succedendo e di essere completamente nudo, questo ti lascia completamente esposto. Penso che sia qualcosa che rasenta, se non addirittura rientra nella tortura psicologica“. Un altro informatore ha detto che gli è stato ordinato di eseguire procedure mediche sui detenuti palestinesi per le quali non era qualificato: “Mi è stato chiesto di imparare come fare delle cose sui pazienti, eseguendo procedure mediche che sono totalmente al di fuori delle mie competenze”, ha detto aggiungendo che questo veniva spesso fatto senza anestesia. “Se si lamentavano del dolore, gli veniva somministrato del paracetamolo. Il solo fatto di essere lì mi faceva sentire complice degli abusi”.

Strutture come quella di Sde Teiman non sono un unicum nel panorama carcerario israeliano. Si tratta di ex basi militari riconvertite in campi di detenzione dopo il 7 ottobre. Sono complessi previsti dalla legge israeliana sui combattenti illegali che, dopo essere stata approvata dalla Knesset lo scorso dicembre, ha ampliato l’autorità militare sulla detenzione dei sospetti militanti. Così le persone possono rimanere in carcere per 45 giorni senza mandato di arresto, dopodiché devono essere trasferite nel sistema carcerario formale israeliano, dove oltre 9mila palestinesi sono detenuti in condizioni che secondo i gruppi in difesa dei diritti umani sono drasticamente peggiorate dopo l’attacco di Hamas.

Le immagini satellitari analizzate dalla Cnn confermano che dopo il 7 ottobre si è registrato un ampliamento di questi complessi segreti. Nei mesi passati dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas, a Sde Teiman sono apparse più di 100 nuove strutture, tra cui grandi tende e hangar. C’è stato anche un aumento significativo del numero di veicoli nella struttura che indica un aumento delle attività. Le immagini satellitari di due date all’inizio di dicembre mostravano, inoltre, dei lavori di costruzione in corso.

Alla richiesta di commento da parte della Cnn, l’esercito israeliano ha ribadito di garantire “una condotta adeguata nei confronti dei detenuti in custodia. Qualsiasi accusa di cattiva condotta da parte dei soldati dell’Idf viene esaminata e trattata di conseguenza”. Entrando nello specifico, hanno poi aggiunto che “i detenuti vengono ammanettati in base al loro livello di rischio e al loro stato di salute. Gli episodi di ammanettamenti illegali non sono noti alle autorità”.

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