Chi è il miglior attaccante sudafricano di tutti i tempi? Verrebbe facile pensare a Benni McCarthy, o magari a Shaun Bartlett, al compianto Phil Masinga o a quel Doctor Khumalo che attaccante non era ma è il simbolo della vittoria della Coppa d’Africa del ’96 dei Bafana Bafana. Ma se si ponesse la domanda ai sudafricani, al di là di numeri, di carriere e titoli molti risponderebbero: Abednigo “Shaka” Ngcobo, poi ribattezzato anche Valdez. Cos’ha vinto per essere così popolare? No, non c’entrano i cinque campionati coi Kaizer Chiefs: Shaka fu il protagonista della prima, storica, vittoria di una squadranera”, appunto i Kaizer Chiefs contro una squadrabianca”, l’Hellenic, nella Chevrolet Champions of Champions, uno dei pochi tornei multietnici del Sudafrica degli anni ’70.

Nato a Durban, esattamente 74 anni fa, muove i primi passi tra gli Zulu Royals e poi passa agli African Wanderers. Poi nel 1972 i Chiefs vanno a giocare una serie di amichevoli nella sua città, Durban, trovandosi di fronte a un incubo: c’è un ragazzo che gioca in attacco nella squadra avversaria che è letteralmente imprendibile per i difensori dell’Amakhosi (soprannome dei Kaizer Chiefs, vuol dire “capi” in lingua zulu) e in pochi minuti realizza addirittura sei gol. Il presidente della squadra di Soweto, Ewert Nene, non perde tempo e recluta l’attaccante. E’ talmente entusiasta per la perla scovata, Nene, che lo manda in campo nella semifinale del torneo “Champions of Champions” senza che fosse regolarmente tesserato, cosa che costrinse i Kaizer a rigiocare la gara contro gli Orlando Pirates.

In quegli anni esisteva la Nfl, la lega professionistica sudafricana, dove però a causa dell’apartheid potevano giocare soltanto calciatori bianchi, con una squadra, l’Hellenic – fondata da componenti della comunità greca di Città del Capo – che in quegli anni dominava. L’unico torneo multietnico dell’epoca è la Chevrolet Champions of Champions: otto squadre che si affrontano, provenienti sia dalla Nfl che dalla Npsl. Hellenic e Kaizer sono nettamente le squadre più forti e vincono i quarti di finale rispettivamente per 11 a 1 contro gli Aces United e per 12 a 1 contro i Bluff Rangers. Più complicate le sfide in semifinale, con l’Hellenic che se la cava solo ai rigori dopo il doppio pareggio contro gli Arcadia Sheperds, così come i Kaizer Chiefs che contro gli storici rivali degli Orlando Pirates riacciuffano il pareggio proprio grazie a Shaka nel finale, vincendo poi dal dischetto.

La finale d’andata non ha storia: il 9 aprile del 1975 l’Hellenic vince 4 a 0, ma al ritorno il gol di Ngcobo regala l’assist per il primo gol e segna il 2 a 1 finale per l’Amakhosi, portando la prima, storica vittoria di una squadra “nera” contro una squadra “bianca” e poco importa che ovviamente visto il risultato il trofeo andrà all’Hellenic.

Imprese che garantiscono a Shaka un biglietto per gli Stati Uniti: gioca per un anno a Denver, nella Dynamos, e poi nei Minnesota Kicks, prima di far ritorno ai Kazer per altri quattro anni. Anni in cui Shaka è talmente forte che per fermarlo c’è bisogno di un aiuto esterno: è noto tra gli episodi più curiosi del calcio sudafricano quello che lo vede lanciato a rete, per l’ennesima volta, dopo essersi liberato dei difensori del Vaal Professional e placcato da un tifoso corso in campo per fermarlo. Poi si guadagna una nuova esperienza, che gli vale un nuovo soprannome: va a giocare al Penarol, in Uruguay, un’esperienza non memorabile visto che giocò 12 partite senza grossi acuti, guadagnandosi il giudizio di “attaccante più grintoso che tecnico” da El Pais. Il soprannome? Valdez, come il Bob Valdez interpretato da Burt Lancaster. Shaka fu chiamato così quando tornò, ancora, ai Kaizer dall’ex presidente, che per annunciarne l’arrivò parafrasò il titolo del film “Valdez is Coming”. E ormai ultratrentenne gioca gli ultimi anni coi Kaizer che gli valgono ancora due titoli, per poi ritirarsi e avviare un’attività di taxi, ed è scomparso a seguito di un malore nel 2014. E per i sudafricani ci sono pochi dubbi. Il miglior attaccante, al di là di tutto, è Shaka.

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