Voleva fare ironia ma il risultato finale è quasi un insulto. Vincenzo De Luca ha messo nel mirino don Maurizio Patriciello, il parroco di Caivano, che da anni vive sotto scorta per le sue battaglie contro la Camorra. Il motivo dell’attacco del governatore? Il fatto che il sacerdote sarebbe tra ai vip “scelti dalla Meloni per promuovere il premierato“, come ha detto il presidente Pd della Campania venerdì pomeriggio, durante la sua consueta diretta su Facebook. “Ho visto Pupo, Iva Zannicchi e anche un prete che chiamiamo Pippo Baudo dell’area nord di Napoli con relativa frangetta“; sono le parole del governatore. In difesa del sacerdote si è subito schierata la presidente del Consiglio, oltre agli esponenti di governo e maggioranza. Don Praticiello, interpellato dai microfoni di Tgr Campania, ha dichiarato: “Tirare in ballo me in questo momento significa mettere a repentaglio la mia vita”. Parole a cui De Luca ha controreplicato confermando la sua posizione e senza fare alcun passo indietro: “Non ha il monopolio della battaglia alla Camorra“, ha detto. E non solo, è arrivato a consigliargli “un po’ di ironia“. Ma questa volta l’offesa non è passata inosservata anche dentro il suo partito. Tanto che per il Pd è intervenuto Walter Verini, capogruppo in commissione Antimafia, parlando “di battuta da evitare” perché può “delegittimare la figura e l’impegno” del prete: “Non mi è piaciuta”, ha affermato.
La replica del sacerdote – A provocare scalpore è stata ovviamente la frase di De Luca su don Patriciello. Il sacerdote ha spiegato di essersi sentito “pugnalato a tradimento“dal governatore della sua Regione. “Caro Presidente, caro fratello Vincenzo De Luca, la sua ironia nei confronti di un povero prete dell’area nord di Napoli, la stessa della quale lei ebbe a dire ‘A Caivano lo Stato non c’è. Stop’ mi ha tanto addolorato. Se era questo che voleva, c’è riuscito”, dice il parroco anti Camorra. “Non mi permetto – non ne sarei capace e non credo di averne il diritto – di risponderle per le rime. A che servirebbe? Le ferite vanno lenite non procurate – continua don Patriciello – Penso, però, in piena coscienza, di non meritare le offese del tutto gratuite del presidente della mia regione. Che dirle? Alle offese e alle minacce – larvate o meno – ci sono abituato da tempo. Non a caso, da due anni vivo sotto scorta. Un conto, però, è quando arrivano dai camorristi, ben altra cosa, invece, quando a pugnalarti a tradimento è una persona come lei. Fa niente”. Il sacerdote non replica ma sottolinea come l’insulto del governatore sia un assist per i camorristi: “Offro al Signore anche questa mortificazione. Sono un prete, non dimentico mai che ‘se il chicco di grano caduto in terra non muore, la spiga non nasce’. La saluto, Presidente. Penso che da domani bulli e camorristi inizieranno a prendermi in giro gridandomi alle spalle: Sta passando Pippo Baudo. Dio benedica lei, la sua famiglia, la regione che amiamo”. Poco dopo don Patricello ha parlato ai microfoni di Tgr Campania: “Sono stato preso alla sprovvista dalle parole di De Luca. Il problema politico tra destra e sinistra mi riguarda poco, io sono il parroco di questo quartiere e mi sono rivolto a Meloni oggi, come in passato a Conte o a Renzi. Il governo sta mantenendo gli impegni presi ed è mio dovere non solo dirlo ma anche ringraziare”. E ha chiuso: “Io sono pronto ad abbracciare De Luca, sono un prete, ma tirare in ballo me in questo momento, sono sotto scorta perché i camorristi mi hanno messo una bomba, significa mettere a repentaglio la mia vita perché dice ai camorristi ‘avete fatto bene’ e questo mi preoccupa, sono parole del tutto fuori luogo”.
Il post della premier – Sulla vicenda è intervenuta anche Giorgia Meloni, con un post su Facebook in cui spiega come De Luca abbia dato “un segnale spaventoso“. “Padre Maurizio vive sotto scorta perché è diventato un obiettivo dei camorristi che non gradiscono la sua tenacia nell’allontanare i giovani dalla droga e dalla criminalità – ha detto la presidente del Consiglio -. Invece di aiutare Padre Maurizio, fargli sentire il sostegno delle istituzioni, De Luca lo deride, e così facendo dà un segnale spaventoso. Voglio dire a Padre Maurizio che lo Stato c’è, al suo fianco. Che non è solo. E che gli uomini e le donne che non hanno scambiato le istituzioni per il palcoscenico di un cabaret, ma svolgono il loro compito con disciplina e onore, conoscono e riconoscono il valore dei suoi sacrifici”.
La controreplica del governatore – Alla premier ha controreplicato lo stesso De Luca. “Apprendo con animo turbato e contrito che l’onorevole Meloni ha trovato spaventosa una mia battuta relativa alla sua performance sul premierato, e al carattere propagandistico che l’ha caratterizzata. Sono grato e commosso per l’attenzione. Ma sono spaventato del suo spavento”, dice il governatore, senza citare don Patriciello. “Mi aspetterei – ha aggiunto – che il presidente del Consiglio, oltre che delle fanfaluche, si preoccupasse di sbloccare i nostri fondi di sviluppo e coesione bloccati da un anno, e consentisse così la realizzazione di opere e la creazione di lavoro. Consideriamo questa la risposta più efficace ai poteri criminali”. Poi, viste le polemiche, De Luca ha diffuso una nuova nota per rispondere al sacerdote. Nota che non manca di attaccare il don: “Quanto a don Patriciello va detto con il massimo rispetto, ma con assoluta e definitiva chiarezza, che apprezziamo le sue battaglie, ma che non ha il monopolio della lotta contro la camorra“, si legge. “Ci sono innumerevoli cittadini, lavoratori, uomini di Chiesa e giovani, che sono quotidianamente e silenziosamente impegnati in questa battaglia. E che qualcuno di noi questa battaglia la fa da cinquant’anni, e magari avendo rinunciato a ogni scorta. Suggerirei a don Patriciello, amichevolmente, di avere un po’ più di ironia, soprattutto quando ci si presenta non sul piano dei rapporti istituzionali relativi alla tutela del nostro territorio, ma sul piano improprio della politica politicante”.
La condanna anche nel Pd – Le parole di De Luca hanno provocato anche la presa di distanza del capogruppo dem in commissione Antimafia. “Don Patriciello è da anni un simbolo dell’impegno contro la criminalità organizzata”, ha detto Verini. “Per questo secondo me sono da evitare nei suoi confronti espressioni e battute, anche se ironiche e riferite ad altri contesti, che possono delegittimare la sua figura e il suo impegno“. E ancora: “Il Presidente De Luca conosce l’impegno di Don Patriciello, e proprio per questo la sua battuta non mi è piaciuta. Meglio continuare a concentrarsi sulla giusta battaglia che da tempo il Presidente conduce contro il governo e le sue scelte dannose per il Sud. Infine: capisco (quando sincere) certe reazioni di esponenti della destra alle battute di De Luca. Ma quando queste reazioni, dalla Meloni in giù, sono decine e decine, diventando seriali, diventano sospette e perdono autenticità”.
Le reazioni: “De Luca delegittima prete anti camorra” – Decine i messaggi di solidarietà arrivati da esponenti del governo e della maggioranza. Anche il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ne ha approfittato per inviare la sua “vicinanza” a Patriciello, defininendo “indegne” le parole di De Luca. Al sacerdote è anche arrivata la chiamata della presidente della commissiione Antimafia, Chiara Colosimo, che gli ha manifestato vicinanza. A Patriciello sono indirizzati poi i messaggi del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano: “È ignobile – dice – che un rappresentante delle Istituzioni insulti un uomo, un sacerdote coraggioso costretto a vivere sotto scorta, da sempre in prima linea contro la camorra e per risolvere i problemi delle persone e delle famiglie oneste del territorio”. Per Wanda Ferro, sottosegretaria all’Interno, “le parole di De Luca sono ignobili, e qualificano chi le ha pronunciate. Ma sono anche terribilmente preoccupanti, perché attaccando e deridendo don Patriciello De Luca ha voluto delegittimare e isolare un sacerdote in prima linea contro la Camorra e al fianco dei più deboli, che ha dedicato la propria vita a strappare alla criminalità e alla droga tanti giovani, per dare loro la speranza di un futuro”.