Bisognerebbe fare uno studio su Roma. Uno studio che la porti ad esempio lampante e chiarissimo di come l’aumento imponente del turismo, dei grandi eventi, con la crescita economica che questi portano con sé, non produca alcune ricchezza per i residenti. Anzi, peggiora la loro qualità della vita, li impoverisce, rende loro l’esistenza molto peggiore che se non ci fossero. Tranne chi, ovviamente, possiede varie case da affittare ai turisti, o un ristorante con cui fare molti soldi, grazie anche alla deregulation totale dei tavolini, che ormai invadono senza ritegno marciapiedi, e persino strade in divieto di sosta.
Ma il problema sta in chi ci amministra. In chi continua a venderci la retorica, alla quale magari pure crede, per cui milioni di turisti e decine e decine di maxi eventi sono qualcosa di cui essere fieri, vantarsi, un bene per tutti. Tanto che l’obiettivo è solo uno: aumentare ancora di più il turismo, aumentare ancora di più i grandi eventi e il loro indotto.
Non è chiaro perché i nostri amministratori non si facciano una domanda: ma se il turismo porta ricchezza e benessere, perché la vita dei romani è sempre peggiore? E lo dicono i numeri, non le sensazioni soggettive. Il traffico è aumentato, invece che diminuire, rendendo ormai gli spostamenti impossibili, anche per chi prende gli autobus e resta imbottigliato. Gli stipendi dei lavoratori del Lazio, specie quelli dei giovani, sono da fame, il turismo produce lavoro povero, si sa. Gli incidenti stradali pure aumentano, e con essi i morti, arrivati ormai a cifre indegne di qualsiasi paese civile e sul quale non viene spesa una parola dalle istituzioni. I bus e le metro sono sempre più affollati, perché ovviamente i milioni di turisti vanno comunque a gravare sulle sole linee di metro esistenti, nelle quali si entra a spinta e che sono il regno dei borseggiatori e delle risse.
Ma il problema più grande si chiama “affitto”. Ormai a Roma il diritto alla casa non esiste più. Nelle chat e nei gruppi social dove chi deve studiare o lavorare a Roma chiede informazioni su case e stanze la disperazione è totale. E questo è dovuto, come ormai mostrano centinaia di studi, al proliferare di case vacanze in tutto il centro storico. Non solo è impossibile affittare una casa in centro, anche se magari si lavora li, come parrucchiere o in un ristorante, finendo tardissimo la notte. Ma i prezzi di conseguenza aumentano in tutte le zone limitrofe, a cascata. Ormai un posto letto arriva a costare anche 500 euro, in zone non centrali. Affittare un monolocale costa più di uno stipendio. Le persone sono disperate e il sindaco si difende dicendo che le norme le dovrebbe fare il governo. Ma sinceramente appare un modo per lavarsene le mani, comunque non occuparsene, visto che il sindaco Nardella dello stesso partito ha provato a fare qualcosa Quantomeno a lanciare un messaggio politico forte, che a Roma non si sente per niente.
Così, mentre in altre città si cominciano a mettere dei limiti, anche perché i residenti hanno cominciato a scendere in strada, Roma è la pacchia degli affitti brevi, perché non ci sono limiti. Moltissimi sono illegali, anche se il sindaco annuncia “controlli”, anche sulla tassa di soggiorno che viene evasa, ma intanto il centro storico sta morendo, i residenti se ne vanno, strade e piazze che sarebbero beni pubblici di tutti sono invase da ristoranti e locali, mentre persino i monumenti di Roma, che sarebbero patrimonio dei romani soprattutto, diventano praticamente non visitabili, a causa della folla. Tutto questo è profondamente iniquo.
Ma tanto per sfatare definitivamente l’idea che il turismo porta ricchezza chiediamoci se le tasse per i romani sono scese. Per nulla. La tariffa dei rifiuti sta per aumentare, anche se di poco, ma ai romani è stato detto di essere contenti perché poteva aumentare molto di più (del quattordici per cento invece che poco più del due per cento); il biglietto dell’autobus subirà un rincaro. Non si vedono sconti sull’Imu seconda casa, una delle più alte d’Italia, magari per chi affitta a famiglie e lavoratori. L’Irpef regionale pure è aumentata, anche se già altissima.
Il punto è teorico: se non si cambia paradigma le città italiane, che sono tutte città d’arte o quasi, andranno verso un peggioramento radicale della qualità di vita di chi ci vive, della messa in discussione della possibilità stessa di viverci. Bisogna confutare la convinzione che eventi, turismo e tutto ciò che ruota intorno a questo portino ricchezza. Non è vero o meglio portano ricchezza nelle mani di pochi, peggiorando o degradando la vita dei tanti altri. I nostri amministratori sembrano non vedere nulla: i migliaia di senza dimora che ormai giacciono ovunque sui marciapiedi, i lavoratori che si alzano alle quattro perché abitano fuori Roma, perché non possono pagare un affitto, gli studenti che non possono venire a studiare a Roma, con danno anche per le nostre Università, le famiglie che soffocano nel traffico oppure devono usare mezzi pubblici stracolmi. Chi li vede e chi se ne occupa?
Che poi, a proposito di grandi eventi, c’è anche da chiedersi come questi eventi vengano finanziati, con quali fondi. Ad esempio, Roma pagherà due milioni per far arrivare il Giro d’Italia a Roma, come ha documentato questo giornale. Si dice che torneranno indietro con l’indotto, ma il punto resta sempre questo: i soldi del comune sono di tutti e potrebbero essere spesi per tutti, l’indotto invece non è per tutti ma solo per alcuni. E allora questo crea una ingiustizia radicale. No, non è vero che turismo e concerti e eventi spettacolari arricchiscono le città. Sono invece lo specchio perfetto del capitalismo invece: tantissima ricchezza per pochi, degrado, fatica e impoverimento per altri.