Carlo Nordio interviene al congresso dell’Associazione nazionale magistrati e conferma che il governo di Giorgia Meloni intende varare la separazione delle carriere dei magistrati. “È nel programma elettorale, ma è sicuramente un percorso lungo perché richiede una revisione costituzionale. Sarà fatta nel principio della dichiarazione di Bordeaux. È la stessa dichiarazione di Bordeaux che prevede una netta distinzione tra pubblico ministero e giudice. Ma essa stessa prevede, e per me è un principio non negoziabile, che via sia una assoluta indipendenza del pubblico ministero nei confronti di qualsiasi autorità, a cominciare dal potere esecutivo. Questo è un dogma non trattabile per me”, ha assicurato il ministro della Giustizia. Che poi ha letto alcuni articoli della Dichiarazione di Bordeaux: “Mi permetto di concludere questo intervento leggendola, perchè altrimenti potremmo fare quello che Shakespeare chiamava la commedia degli errori o la commedia degli equivoci”, ha detto il guardasigilli. Per la veritò Nordio si è limitato a leggere alcuni passaggi degli articoli 6,7 e 8 del documento predisposto nel 2009 tra i consigli consultivi dei Giudici e dei Pubblici Ministeri Europei. Poi ha alzato gli occhi dagli appunti e ha detto: “La Dichiarazione prosegue con altri articoli dove si vede chiaramente che le funzioni sono distinte”. A quel punto il pubblico ha cominciato a rumoreggiare, con vari mormorii di dissenso, fino a quando qualcuno non ha invitato la platea al silenzio. “Se le parole hanno un senso, questo è il senso della Dichiarazione di Bordeaux”, ha chiosato il ministro.

Il motivo del mormorio è legato al contenuto della Dichiarazione che in effetti non parla mai esplicitamente di separazione delle carriere tra giudici e pm. Lo fa notare per esempio Alessandra Maddalena, vicepresidente dell’Anm. “Il ministro ci ha ricordato la Dichiarazione di Bordeaux per dirci che anche l’Europa vuole la separazione delle carriere. Mi permetto di dire che io leggo quella dichiarazione in senso esattamente contrario, anzi, ci ha letto anche dei passaggi della dichiarazione e secondo me da lì si trae la conferma della necessità della unicità delle carriere, perché siano veramente garantite l’indipendenza e l’autonomia della magistratura, requirente e giudicante”, dice la numero due del sindacato delle toghe. Ancora più netta è la nota Rocco Maruotti, esponente di AreaDg, l’associazione che riunisce le toghe progressiste: “La Dichiarazione di Bordeaux letta dal Ministro Nordio non fa alcun riferimento alla separazione delle carriere, ma delinea lo statuto minimo di indipendenza della magistratura“. Maruotti spiega di non fidarsi delle rassicurazioni di Nordio: “Si affanna a ripetere che questa riforma non comporterà mai una sottoposizione del pm al potere esecutivo. Ma le sue rassicurazioni non possono valere anche per chi verrà dopo di lui e una volta che l’argine sarà rotto l’indipendenza della magistratura requirente non sarà più assicurata”.

Articolo Precedente

Violenza sessuale su una alunna di 13 anni, sospeso un collaboratore scolastico. La ragazzina ha registrato le minacce col telefono

next
Articolo Successivo

Congresso Anm, contro la separazione delle carriere le toghe lanciano una “mobilitazione culturale”: “Non siamo una casta”

next