Quattro titoli in un anno: scudetto, coppa Italia, supercoppa italiana e Champions League. Dal 2016 c’è una squadra che domina la pallavolo femminile in Italia e in Europa. È la Prosecco Doc Imoco Conegliano che, nonostante le avversarie si siano rafforzate, ha dimostrato di essere ancora la squadra da battere. Domenica 5 maggio Monica De Gennaro, libero della nazionale, e compagne hanno alzato l’ultimo trofeo, il più ambito, nella finale giocata ad Antalya contro l’Allianz Vero Volley Milano di Paola Egonu e Miriam Sylla. Una vittoria bella, ma amara, per l’addio ai palazzetti di Robin De Kruijf, da otto anni nella squadra veneta, e le partenze di altre giocatrici che hanno lasciato il segno. “Una stagione così sarà difficilmente ripetibile”, dice a ilfattoquotidiano.it Pietro Maschio, co-presidente insieme a Piero Garbellotto e direttore sportivo del club veneto che domina il campionato italiano e i tornei europei dal 2016.
Non sono successi scontati, quelli di questa stagione. Nella scorsa, la squadra capitanata dalla palleggiatrice polacca Joanna Wolosz era stata eliminata dalla Champions League perdendo la possibilità di giocare alle Super Finals di Torino e quella di qualificarsi al Mondiale per club. “Le ragazze avevano chiuso l’anno in riserva di energie”, ricorda il ds. Poi, la scorsa estate, osservando il volley-mercato, Maschio temeva: “Le altre squadre si erano rafforzate. Le nostre atlete hanno cominciato la stagione piano e man mano è cresciuta la consapevolezza delle loro possibilità”. Trascinate dall’opposto svedese Isabelle Haak e dalla schiacciatrice statunitense Kelsey Robinson-Cook, sono arrivate alle finali di campionato contro la Savino del Bene Scandicci, dove gioca la nuova stella azzurra, Ekaterina Antropova. La sfida sembrava durissima: “Abbiamo perso gara 1 in casa al tie-break. Era la nostra seconda sconfitta stagionale e per molti l’Imoco era finita. Poi abbiamo vinto gara 2 fuori, sempre al tie-break. È stato molto difficile, ma le ragazze non si sono fasciate la testa”. Così sono andate a vincere gara 3 e gara 4, portandosi a casa il sesto scudetto consecutivo, il settimo in totale.
L’Imoco Conegliano è una società nata dal nulla nel 2012. Prima, nella cittadina trevigiana, c’era stata un’altra squadra, la Spes Conegliano, che dopo alcune stagioni nella massima serie era fallita: “Io e Piero (Garbellotto, ndr) eravamo tra i piccoli sponsor di quella squadra e così frequentavo il palazzetto e mi era piaciuto l’ambiente”. Per questo, finita l’esperienza della Spes, lui e Garbellotto decidono di fondare un nuovo club di volley femminile: “Io avevo soltanto 26 anni. Pietro qualcuno di più. Appena c’è stata l’occasione di buttarsi, abbiamo deciso di puntare sulla pallavolo femminile, che sono certo diventerà il secondo sport nazionale, dietro il calcio e prima del basket, perché negli ultimi dieci anni ha avuto una crescita che altri sport non hanno avuto”. La nuova società compra il titolo di una società di Parma e riporta la serie A1 a Conegliano, o meglio, a Treviso, al Palaverde, in cui hanno giocato tra gli anni Novanta e Duemila squadre come la Sisley nella pallavolo e la Benetton nel basket. “È stata la scelta vincente, siamo diventati la squadra con la media più alta di spettatori a partita, con quasi 110mila presenze stagionali”, spiega Simone Fregonese, responsabile della comunicazione dell’Imoco (e prima di Sisley e Benetton Treviso).
Il primo scudetto arriva nella stagione 2015/16. Da allora, tolto quello della stagione 2016/17 e l’anno del Covid (2019/2020), sull’albo d’oro della Legavolley femminile compare soltanto una squadra: l’Imoco, che nelle ultime tre stagioni ha fatto il triplete (scudetto, coppa Italia e supercoppa italiana), a cui può aggiungere due Cev Champions League. Dietro c’è una società ricca, passata dal budget di 850mila euro degli inizi ai circa sei milioni attuali, grazie a quasi 270 sponsor, i principali legati alla filiera del vino e del prosecco. Sono le cifre più alte per un club femminile in Italia, ma sono inferiori a quelli dei club di Istanbul.
Tra i segreti di questa squadra, c’è il nucleo costituito da tre giocatrici da anni in gialloblù: la capitana Wolosz, la centrale olandese De Kruijf e Monica De Gennaro: “A 38 anni continua ad allenarsi un’ora in più ogni giorno”, sottolineano dal club. “Abbiamo vissuto due cicli. Del primo sono rimaste loro tre – spiega Maschio –. Alla fine del primo, sembrava dovesse interrompersi il nostro successo, invece poi ha continuato”. L’altro segreto è l’allenatore, Daniele Santarelli, che negli ultimi anni è stato in grado di vincere anche il Mondiale con la Serbia nel 2022 e poi l’Europeo con la Turchia. “Io e Daniele ci eravamo conosciuti prima che diventasse l’allenatore dell’Imoco – ricorda Maschio –. Era il fidanzato di Monica De Gennaro, ma non lavorava con noi. Quando Davide Mazzanti (ex allenatore della nazionale, ndr) è arrivato da noi, Daniele è diventato il suo terzo allenatore, poi il suo vice e, infine, quando Mazzanti ha preso le redini della nazionale, ho scelto di puntare su di lui”.
La squadra del prossimo anno sarà un po’ diversa: De Kruijf lascia, cambieranno le schiacciatrici laterali (Robinson-Cook e Alessia Gennari andranno nel nuovo campionato statunitense, Kathryn Plummer in Turchia). Resteranno Wolosz, De Gennaro e le centrali azzurre Marina Lubian e Sarah Fahr, rinforzate dalla brasiliana Gabi, la cinese Zhu Ting e l’ex capitana della nazionale Cristina Chirichella. “Quando cerchiamo delle giocatrici, non cerchiamo soltanto atlete forti, ma anche persone con un bagaglio umano”. In più arriveranno alcune giovani dalle giovanili, come successo al secondo libero, la 19enne Anna Bardaro: “La nostra Under-19 ha vinto gli ultimi tre scudetti e alcune giocatrici quest’anno faranno il salto in prima squadra”, annuncia Maschio.
A questo punto, l’Imoco Conegliano può essere considerato uno dei club più forti nella storia dello sport italiano? “Stiamo battendo dei record – conclude il co-presidente –. Nella pallavolo femminile però ci sono gli undici scudetti della Teodora Ravenna e le otto Champions della Foppapedretti Bergamo. Ci vuole ancora un po’ per diventare una squadra indimenticabile”.