Che un Comune possa reinternalizzare un servizio dato in appalto per decenni, si sa, può capitare. E che i lavoratori in appalto possano perdere il lavoro, pure: sono le regole, discutibili, del gioco. Ma certo quello che è successo a sette bibliotecarie di San Miniato (in provincia di Pisa), il cui appalto scadrà il 31 maggio, ha una tempistica davvero sfortunata: il Comune ha scelto di non rinnovare l’appalto solo poche settimane dopo che alcune di loro avevano denunciato lo stato, non a norma, della biblioteca dove lavoravano. Una concomitanza di tempi denunciata dalla Filcams Cgil, e che ieri ha portato il Comune a emanare un comunicato stampa che assicura: nessuno dei sette perderà il lavoro, potranno lavorare in altri appalti del territorio. Non dove hanno lavorato per decenni, comunque.

La storia in breve. Alla fine di febbraio, dopo anni di disagi e lamentele informali, le dipendenti di una società in appalto operative nella biblioteca civica e archivio di San Miniato Basso, con l’aiuto del sindacato, fanno una segnalazione formale all’ispettorato del lavoro, ai vigili del fuoco e all’Asl locale sullo stato dei locali dove lavorano, ritenendo che potessero sussistere rischi per la pubblica sicurezza (al piano di sopra vivono tre famiglie, accanto alla biblioteca c’è un piccolo museo). I primi ad arrivare sono i vigili del fuoco, l’8 marzo. Riscontrano una situazione a dir poco problematica: documentazione parziale, l’ultimo certificato di prevenzione antincendi risalente a più di 15 anni fa, tracce di infiltrazioni da verificarsi, un quantitativo di carta presente ben superiore ai limiti consentiti, impianti che utilizzano gas infiammabili (bombole di azoto) per i quali non risulta disponibile la dichiarazione di conformità.

In attesa delle verifiche dell’Asl e dell’ispettorato del lavoro, il Comune, in conformità con quanto richiesto dai vigili, chiude immediatamente al pubblico (ma non ai lavoratori) la biblioteca e l’archivio: restano aperti il museo e gli spazi dove vivono le famiglie al piano di sopra. Sui giornali locali, nell’immediato, esce solo la versione dell’amministrazione: chiuso per digitalizzazione. Solo dopo emergeranno anche gli altri motivi, cioè l’adeguamento e la messa a norma dei locali. Nel frattempo, il 19 marzo la giunta delibera che l’appalto per i servizi bibliotecari sarebbe andato a scadenza, il 31 maggio. Nessun rinnovo, reinternalizzazione, adoperando il personale assunto pochi mesi fa con un concorso per amministrativi. “Difficile non pensare a una ritorsione dopo le nostre denunce” dice Chiara Salvadori, una delle bibliotecarie coinvolte, che lì lavora da più di vent’anni. Una scelta, quella di terminare l’appalto, che la Filcams Cgil di Pisa, ha giudicato “impietosa e crudele” nella nota con cui il 2 maggio ha proclamato lo stato di agitazione.

Le sette bibliotecarie hanno ottenuto anche la solidarietà dell’Associazione Italiana Biblioteche. “La problematica non si limita solo alla questione occupazionale, ma riguarda anche la sicurezza del personale impegnato nelle strutture” ha dichiarato Irene Galletti, presidente del gruppo del Movimento 5 Stelle in Regione Toscana. Ma per il Comune di San Miniato, dove a giugno si vota, la scelta di concludere l’appalto non ha nulla a che fare con la segnalazione sull’edificio: le assunzioni sono del 2023 e “l’amministrazione – spiegano – ha espresso più volte l’intenzione di cambiare le modalità gestionali dell’archivio di deposito, innovando il servizio e procedendo a una progressiva digitalizzazione delle pratiche edilizie”. Ma al Fatto risulta che esistesse già una bozza del nuovo appalto, in cui si spiegava che il Comune avrebbe avuto facoltà di allontanare dal servizio gli operatori che avessero dato “motivo di lagnanza”: era solo una bozza, mai approvata. Anzi, il Comune spiega che non gli risulta l’esistenza di alcuna bozza. In ogni caso non ce ne sarà più bisogno: fine della corsa per le bibliotecarie di San Miniato. La scelta, sia chiaro, “è una diretta conseguenza della volontà politica di attivare lo sportello digitale che consentirà di avere un servizio che renderà più snella la procedura per tutti gli utenti” dichiara il Comune, spiegando perché non ha più bisogno di quelle sette persone. Che fortuna.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

“Spiacenti, ma l’Inps non ha accesso al (suo) sistema”. Occupabili, l’ordinaria via crucis di chi ha diritto al sussidio. “E’ un muro di gomma. Tanti rinunciano”

next
Articolo Successivo

Un operaio muore a Salemi: è precipitato da 30 metri mentre lavorava su una pala eolica

next