A ogni evento di cronaca riparte il rimpallo di accuse tra governo e amministrazioni locali sull’argomento della sicurezza nelle grandi città. È accaduto anche a Milano dopo le ultime aggressioni alle forze dell’ordine, una delle quali ha provocato il ferimento del 35enne vice ispettore di Polizia, Christian Di Martino. Subito dopo l’accollamento avvenuto l’8 maggio alla stazione di Lambrate, il sindaco Beppe Sala ha puntato il dito contro il Viminale sul “numero di uomini” delle forze dell’ordine presenti nel capoluogo lombardo: “Quanti sono non si sa mai. Non ho nulla contro l’operato di Piantedosi – ha aggiunto Sala – gli do il merito di aver posto attenzione alla città di Milano quindi non è un tema personale con il ministro. Però non è pensabile che se mi chiedete ‘ma sono arrivate più persone?’ Non lo so”, taglia corto il primo cittadino.

Le carenze di organico – Il tema dei numeri e delle carenze di organico delle forze dell’ordine è un tema molto dibattuto. Più volte i sindacati di categoria hanno sollevato la questione della necessità di maggiori assunzioni anche in vista dei pensionamenti di un organico con un’età media in costante crescita. Ma ecco, dati alla mano, qual è la situazione: nel complesso in Italia mancano oltre 22mila tra carabinieri e agenti di polizia.

Polizia di Stato – Come si evince dal documento di pianificazione strategica del personale della polizia di Stato – redatto dal dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno – “alla data del 31 dicembre 2023 le carenze organiche complessive della Polizia ammontavano a 10.271 unità, pari al 9% della dotazione organica prevista dalla legge”. In pratica dovrebbero essere presenti 109.408 unità, mentre la forza effettiva è di poco più di 99mila poliziotti (99.137 per l’esattezza).

Carabinieri – Stesso discorso per l’Arma dei carabinieri. Lo scorso anno Il generale Teo Luzi ha chiesto al Parlamento più attenzione sul tema delle risorse umane. L’Arma può contare su 108.663 carabinieri, ma la dotazione organica prevista è di 120.541 militari. Mancano pertanto quasi 12mila carabinieri.

L’andamento negli anni – Numeri di personale delle forze dell’ordine che sono diminuiti nel corso degli anni. Nel 2018 i poliziotti in Italia erano 106.057, oggi sono 99.137 oltre il 6% in meno. I carabinieri erano, invece, 110.822 contro gli attuali 108.663, ma va tenuto conto che nel 2016 si è aggiunto il personale transitato dal Corpo forestale dello Stato composto da oltre 7mila unità che si occupano di tutela ambientale. Sono diminuiti anche i finanzieri. Nel 2018 la Guardia di finanza contava su 65.323 unità, oggi (dati aggiornati al 2022) solo 59.498.

Età media e pensionamenti – Quasi tutti i governi che si sono succeduti nel corso degli anni hanno annunciato nuovi concorsi e assunzioni. Ma i nuovi arrivi difficilmente riescono a coprire i numero del personale in uscita. Tra pensionamenti ed età media sempre in crescita il contesto è molto complesso. Dai dati forniti dal dipartimento della pubblica sicurezza, viene fuori che il 59% del personale della Polizia di Stato ha più di 45 anni: di questi il 37% (36.298 unità) ha un’età compresa tra i 45 e i 55 anni, mentre il 22% (21.656 poliziotti) ha più di 55 anni. I minori di 25 anni sono solamente il 6% del totale mentre il 19% ha tra i 25 e i 35 anni. Per questo il dipartimento stima le cessazioni dalle carriere e dai ruoli della Polizia di Stato per limiti di età di 12.600 unità nei prossimi 3 anni. In pratica andranno in pensione ogni anno, dal 2024 al 2026, oltre 4mila poliziotti.

“Progressivo invecchiamento del personale” – Tra i carabinieri l’età media è di oltre 44 anni. “C’è un progressivo invecchiamento del personale. Non reclutando, i carabinieri in servizio sono più anziani, e 44 anni per noi è un’età abbastanza elevata e comporta una criticità perché c’è un’esigenza di reattività e di prestanza fisica legata ad alcune tipologie di servizio, come le Stazioni e i servizi di ordine pubblico”, ha sottolineato nel 2023 il generale Teo Luzi, comandante dell’Arma dei carabinieri, in audizione alla Commissione Esteri e Difesa del Senato. Un quadro, pertanto, tutt’altro che roseo.

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