Zonaeuro

Elezioni Catalogna, exit poll: i Socialisti avanti. Indipendentisti seconda forza. Un furto di rame rallenta i treni nel giorno del voto

I socialisti sono avanti in Catalogna. Almeno secondo gli exit poll di Sigma dos per Tve, che assegnano al Psc 37-40 seggi dei 135 del Parlamento catalano. Gli indipendentisti di Junts per Catalunya sono la seconda forza con 33-36 scranni, davanti a i Esquerra Republicana de Catalunya (Erc), che otterrebbe 24-27 deputati e passerebbe a essere la terza forza politica. L’estrema destra di Vox, invece, con aooeba 10-11 scranni, sarebbe superata dal Partito Popolare (9-12 seggi, rpt: 9-12) come quarta forza politica. Il partito di estrema destra anti islamista Aliança Catalana entrerebbe nella Camera catalana con 3 seggi.

Il voto in Catalogna è stato segnato dal furto di rame che ha causato seri problemi alla circolazione dei treni regionali catalani. Disagi che hanno seminato caos ma anche sospetti sulle elezioni. Per le quali le forze politiche indipendentiste hanno chiesto una chiusura ritardata delle urne a causa dell’incidente, che ha colpito in particolare la circolazione dei treni da e verso Barcellona e che è tra i più gravi registrati negli ultimi anni, anche se non è il primo di questo genere.

Sono stati i partiti indipendentisti catalani Esquerra Republicana de Catalunya (Erc) e Junts a chiedere alle commissioni elettorali di posticipare la chiusura dei seggi in considerazione del problema alla circolazione dei treni. In particolare Erc ha chiesto alle commissioni provinciali di Barcellona e Tarragona di estendere le operazioni di voto di un’ora, dalle 20 fino alle 21, nei seggi vicini alle stazioni ferroviarie interessate dai tagli al servizio. Junts invece ha richiesto il rinvio della chiusura dei seggi in tutto il territorio “per tutto il tempo necessario a risolvere il guasto”, ma non oltre le 23:59. In ogni caso i primi dati sull’affluenza indicavano una crescita della partecipazione rispetto alla scorsa tornata elettorale del 2021 e la circoscrizione di Barcellona è quella che ha registrato il maggior aumento. Illustrando i dati, la portavoce del governo catalano Patricia Plaja, ha ricordato che nel 2021 si votò mentre era in corso la pandemia di Covid-19.

“Spero che sia l’ultimo giorno d’esilio per molte persone che si trovano all’estero, che hanno trascorso molti anni fuori ed è ora che tornino a casa”, ha detto il candidato di Junts alla Generalitat catalana, Carles Puigdemont, parlando dal castello di Laroque-des-Albères in Francia. Il leader indipendentista, che non vota dal dicembre 2017, ha affermato che quello del voto è un giorno “molto importante” e ha espresso la speranza che “tutto si svolga normalmente e che tutti possano godersi la giornata”. Puigdemont ha condotto l’intera campagna elettorale dalla Francia, nella regione che gli indipendentisti identificano come la Catalogna del nord. “Abbiamo nelle nostre mani di decidere il futuro del Paese, per questo ci aspettiamo un’altissima partecipazione ed esorto i cittadini a votare con tutta l’energia, la forza e l’entusiasmo”, ha invece dichiarato ai cronisti il presidente uscente della Generalitat catalana, Pere Aragones, del partito catalanista Esquerra Republicana de Catalunya, dopo aver votato all’Istituto Joan Coromines di Barcellona.