Mentre a Malmo, in Svezia, imperversavano le proteste per la partecipazione di Israele all’Eurovision Song Contest 2024, a oltre 4000 chilometri di distanza, continuavano gli attacchi lungo la Striscia di Gaza. Secondo l’agenzia per la difesa civile di Gaza, due medici sono stati uccisi da un raid aereo israeliano sulla città di Deir al-Balah, nell’area centrale dei territori palestinesi. Si tratta del “dottor Muhammad Nimr Qazaat e di suo figlio, il dottore Youssef” i cui corpi “sono stati recuperati e sono stati portati all’ospedale Al-Aqsa Martyrs”.

Ma il fronte è caldo lungo tutta la Striscia. L’esercito israeliano, ha fatto sapere un portavoce militare, sta attualmente colpendo “obiettivi terroristici di Hamas” nell’area del campo profughi di Jabalia, nel nord di Gaza. I bombardamenti, riferisce Al Jazeera, hanno distrutto case residenziali e colpito anche centri di evacuazione. Secondo l’emittente del Qatar e l’agenzia di stampa palestinese Wafa, Israele ha preso di mira il campo con i droni e diversi palestinesi sono stati uccisi e feriti. Sempre a Jabalia, riferiscono report palestinesi, sono ripresi anche gli scontri tra l’esercito israeliano e Hamas. Ieri l’Idf aveva annunciato l’avvio di una operazione limitata nella zona visto che Hamas si stava riorganizzando nell’area.

Intanto continua la penetrazione delle forze israeliane a Rafah: l’esercito ha fatto evacuare altre persone, spingendole verso la spiaggia dove però sono già accampati migliaia di civili in condizioni precarie. “Le Forze di Difesa di Israele stanno continuando la loro operazione mirata contro Hamas a Rafah come parte degli sforzi per ottenere una duratura sconfitta di Hamas e per portare a casa tutti i nostri ostaggi”, ha detto il portavoce dell’Idf, Rear Admiral Daniel Hagari, in un video diffuso sul canale Telegram dell’esercito israeliano. “La nostra guerra – ha aggiunto – è contro Hamas non contro la popolazione di Gaza”.

E mentre continuano i bombardamenti, dalle Nazioni Unite Antonio Guterres ha rinnovato l’appello per un cessate il fuoco “immediato” a Gaza. “Ribadisco il mio appello, l’appello al mondo intero per un cessate il fuoco umanitario immediato, per la liberazione incondizionata di tutti gli ostaggi e di un aumento immediato degli aiuti umanitari. Ma un cessate il fuoco non sarà che l’inizio. Il cammino sarà lungo per riprendersi dalla devastazione e dal trauma di questa guerra”, ha dichiarato il segretario generale, in un videomessaggio trasmesso a Kuwait City per l’occasione di una conferenza internazionale di donatori.

Intanto, in un’intervista Sky News, il ministro degli Esteri britannico, David Cameron, ha sottolineato la necessità di un accordo per garantire il rilascio degli ostaggi tenuti a Gaza che sarebbe, secondo lui, “la risposta giusta” per porre fine alla guerra tra Israele e Hamas. “La risposta giusta è cercare di fermare i combattimenti stipulando un accordo sugli ostaggi, ottenendo una pausa nei combattimenti e poi usandola per costruire un cessate il fuoco sostenibile senza tornare a ulteriori conflitti”. “Ma il problema è che tutto risale ad Hamas”, aggiunge. “A Hamas è stato offerto un accordo che rilascerebbe centinaia di prigionieri dalle carceri israeliane, che fornirebbe una pausa nei combattimenti, e loro non accetteranno quell’accordo. La vera pressione dovrebbe essere su Hamas affinché accetti l’accordo sugli ostaggi. I combattimenti potrebbero finire domani”.

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