Libri e Arte

“In Italia è in atto una svolta illiberale, intellettuali liberi indicati come nemici dal governo”: Scurati al Salone del libro di Torino torna sul caso Rai

Per lo scrittore “quella radice del populismo di Mussolini si ritrova nel sovranismo odierno, sia esso di destra o sinistra, europeo, americano”

di Davide Turrini
“In Italia è in atto una svolta illiberale, intellettuali liberi indicati come nemici dal governo”: Scurati al Salone del libro di Torino torna sul caso Rai

“In Italia è in atto una svolta illiberale”. Antonio Scurati torna a battere il tasto dell’anomalia antidemocratica ai tempi del governo Meloni. Al Salone del Libro di Torino ‘24, durante la presentazione del suo libro Fascismo e populismo (Bompiani), l’autore di M – la trilogia su Mussolini, è tornato sul caso Rai che lo ha visto protagonista in occasione del 25 aprile.

“Non ho mai parlato di censura, di censura ad Antonio Scurati. Semmai il dato oggettivo è che un monologo che celebrava la resistenza antifascista e che interrogava l’attuale classe dirigente sui valori democratici dell’antifascismo è stato cancellato”, ha affermato lo scrittore. “Ho anche chiesto al giornale per cui scrivo di non mettere più la mia foto. Si tratta di un processo storico sociale che non va personalizzato”.

Per lo scrittore di origine napoletana, trapiantato a Milano, stiamo vivendo una “svolta illiberale”: “È un dato di fatto che gli intellettuali liberi, scrittori, artisti e studiosi, vengono indicati dall’attuale governo come nemici. A prescindere dal mio caso personale, un monologo che celebrava la resistenza antifascista è stato cancellato”. Scurati ha così sovrapposto i prodromi del Ventennio mussoliniano, quelli in cui fu la “classe dirigente liberale” a sminuire il pericolo fascista lasciandogli mano libera, all’attuale governo di centrodestra. Per lo scrittore, quindi, “quella radice del populismo di Mussolini si ritrova nel sovranismo odierno, sia esso di destra o sinistra, europeo, americano”. Una svolta radicale antidemocratica che sta portando avanti due assunti: il “discredito verso i portatori di un sapere” e un sentimento diffuso di “antiparlamentarismo” .

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