A sette anni dallo sversamento iniziale, sono state avviate nel cantiere Green Park di Pontedera le procedure di preparazione alla bonifica del terreno contaminato dal Keu – il residuo di produzione derivato dal trattamento dei fanghi della concia delle pelli di Santa Croce sull’Arno – che secondo un’inchiesta della Direzione distrettuale Antimafia veniva utilizzato dall’imprenditore calabrese Lerose, legato alle ‘ndrine, come riempimento di cantiere dopo averlo trattato nel suo impianto di Gello mescolandolo con cemento e laterizi. Se il Keu non è reso inerte, il cromo contenuto a contatto con l’acqua diventa esavalente, cioè altamente cancerogeno.

Il sindaco di Pontedera Matteo Franconi ha ricondiviso sui social un video del Tgr della Toscana che mostra dei trattori mentre tagliano l’erba intorno ai teloni sulla terra tossica. Occorreranno 400 camion per portar via tutto – è stato spiegato – il lavoro sarà lungo anche perché il terriccio deve essere trasportato fuori Regione. Il sindaco nel post scrive che “è sempre un bel momento quando i fatti separano la forza delle parole che li precedono dalla nequizia di quelle che li stravolgono”.

L’ermetismo dell’annuncio si confronta poi con la realtà di una bonifica che la cittadinanza attende da 7 anni sullo sfondo di ordinanze e ricorsi legali tra Comune e proprietà che hanno causato tale ritardo. E i costi della stessa: “Tenendo conto che il costo al massimo ribasso di smaltimento dei fanghi da depurazione civile è di 120 euro a tonnellata – attacca Matteo Bagnoli, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale – diventa difficile credere che il keu possa essere smaltito con soli 28 euro a tonnellata così come da budget di 280mila euro stanziato da Green Park Srl”. Il costo della bonifica, trasporto e conferimento in discarica compresi, ammonterebbe a poco meno di 2 milioni. Da parte sua l’ad di Green Park Francesco Rossi ai giornali ha confessato di non essere in grado di adempiere alla richiesta del Comune di iniziare la bonifica entro il 20 maggio, minacciando fallimento. Ilfattoquotidiano.it ha chiesto al sindaco Franconi un chiarimento sulla questione, ma il primo cittadino non ha voluto rispondere.

Il Comune ha vinto il ricorso al Consiglio di Stato sulla sentenza del Tar che sollevava la società Asso Costruzioni Srl dalle responsabilità relative alla rimozione Keu dal Green Park. “La nuova sentenza è definitiva da gennaio. La società ha avuto 4 mesi per adempiere ai suoi obblighi – sottolinea il consigliere d’opposizione Alberto Andreoli, candidato sindaco per la lista Presidio Civico – ma come risulta dalle loro ultime dichiarazioni, avrebbero chiesto altri 6 mesi di tempo per ‘difficoltà logistiche’. Ricordo che il deposito temporaneo, ai tempi dell’ordinanza comunale, valeva solo per 30 metri cubi di materiale, mentre qui parliamo di circa 3.600, oltre 10mila tonnellate di terra tossica. Per cui sia il costruttore che la società Green Park rischiano di risponderne penalmente se non rispetteranno la sentenza”.

Intanto l’assessora all’Ambiente della Regione Toscana Monia Monni ha annunciato il ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar toscano, che ha dato ragione all’industria orafa di Arezzo, rappresentata dalle aziende Chimet e Tca, le quali (per ora) non dovranno accollarsi la bonifica del sito di Bucine, anch’esso avvelenato dal Keu.

La Lega in consiglio regionale ha chiesto alla Regione una mappa dettagliata relativa ai siti contaminati, ma Monni ha risposto che allo stato attuale, essendo in corso un’inchiesta della Dda, le indagini sono secretate. Sta di fatto che la Toscana ne è piena; oltre 70 i siti coinvolti: nel Green Park di Pontedera, sotto la strada regionale 429 che collega Empoli alla Valdelsa, nell’area ex Vacis, sotto l’aeroporto militare di Pisa (l’unico finora a essere stato bonificato), dentro un agriturismo a Peccioli e nelle tracce dell’acquedotto di Crespina.

Il 10 maggio si è svolta l’udienza preliminare del processo, dove sono comparsi a giudizio anche la sindaca (in scadenza) di Santa Croce sull’Arno Giulia Deidda, ex capo di gabinetto di due presidenti di Regione Ledo Gori, il consigliere regionale Andrea Pieroni – tutti del Pd, oltre all’impresario Francesco Lerose, e imprenditori del Consorzio Conciatori. La prossima udienza si terrà il 7 giugno. La novità è che Lerose si costituirà parte civile. Contro chi, non si sa.

Secondo quanto ricostruito finora la filiera dei veleni è sempre partita da Santa Croce: l’origine della contaminazione è già nella procedura per rendere inerti i metalli del Keu, arsenico e cromo esavalente. Secondo funzionari Arpat in un’audizione secretata alla Regione, gli ispettori analizzavano il Keu in entrata e in uscita, ma non potevano monitorare, per volontà politica, il depuratore Aquarno a Santa Croce sull’Arno i cui rifiuti venivano sottoposti a temperature inadeguate e quindi resi inerti solo temporaneamente. Le certificazioni ricevute sarebbero state quindi “illegittime“ in deroga alla legge, frutto di accordi tra il Consorzio Conciatori e i partiti, oggetto di generosi contributi elettorali.

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