Economia

La sugar tax arriva d’estate: dal primo luglio l’imposta sulle bibite dolci o dolcificate. I produttori: “Così ci affossano”

Giusto in tempo per la stagione estiva. Dopo quattro anni di rinvii, salvo sorprese dell’ultimo minuto, la sugar tax entrerà in vigore il prossimo 1 luglio. L’imposta che va a tassare tutte le bibite zuccherate naturalmente o artificialmente, era stata introdotta nella finanziaria del 2019 sul 2020, ma è sempre stata rinviata. Ora il governo Meloni la sblocca pur dimezzandone la portata: per i primi due anni si scende da 10 a 5 centesimi al litro e da 25 a 13 centesimi al chilogrammo delle previsioni originali.

La previsione è contenuta nell‘emendamento governativo al decreto Superbonus e, piccolo giallo, contrasta con quanto si legge nella relazione tecnica dello stesso, che invece parla di un nuovo rinvio dell’entrata in vigore dell’imposta. In tal caso la sugar tax sarebbe stata ancora allineata alla cosiddetta plastic tax sulla plastica monouso, altra tassa varata nel 2019 dall’esecutivo Conte bis, ma sempre rinviata.

Le due imposizioni secondo i conti iniziali avrebbero dovuto generare un gettito di 650 milioni di euro in totale nel solo 2020. Se l’attuale impianto sarà confermato, la tassa sulla plastica monouso entrerà in vigore nel 2026, quando quella sulle bibite dolci o dolcificate raddoppierà. E, naturalmente, si attendono rincari dei prodotti sugli scaffali.ì

“Chiediamo con fiducia al Governo di continuare a lavorare per individuare soluzioni utili al rinvio di misure puramente ideologiche dannose per il Paese perché aumentano l’inflazione, penalizzano i cittadini e affossano le imprese nel picco di produzione in vista della stagione estiva”, ha commentato Giangiacomo Pierini, Presidente di ASSOBIBE, l’associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche in Italia. I produttori sono stati colti di sorpresa dalla notizia, viste le rassicurazioni giunte dal Governo negli ultimi mesi.

Perini rileva che la tassa “aumenta la fiscalità del 14% su ogni litro di prodotto, di tutti i nostri prodotti, con o senza zucchero: una tassa sul gusto dolce, a poche settimane dall’avvio della stagione estiva, la più importante per il settore”. Non solo. Il 2023, secondo il presidente degli industriali delle bibite, si è chiuso con un calo dei volumi (“che sono già i più bassi in Europa”) del 5%. E questo “dopo anni di difficoltà per la pandemia, che ha quasi azzerato i consumi fuori casa, e un calo del 27% in 10 anni dei volumi dei nostri prodotti zuccherati”.

E ancora, Pierini sottolinea come il 64% le imprese del settore siano piccole e medie aziende e che “la tassa avrà effetti sull’intera filiera, dal mondo agricolo con un ridotto acquisto di frutta, in particolare agrumi e zucchero, alla distribuzione e al commercio. Per questo negli anni anche le principali rappresentanze di quel mondo si sono espresse pubblicamente contro la tassa, da Coldiretti a Confagricoltura a Italgrob”.

Il rappresentante di Assobibe rivendica poi di aver illustrato i dati “al Ministro Lollobrigida e al suo importante Ministero. Siamo un comparto responsabile, che ha aderito al Carrello Tricolore contro l’inflazione lanciato dal Ministro Urso lo scorso ottobre, proprio perché preoccupati dalle dinamiche inflattive”. E sottolinea le politiche salutiste adottate dal settore.