Libri e Arte

Salone del libro di Torino, il duo che non ti aspetti: Morandi (imprevedibile) e Littizzetto (brillante) e l’esibizione di “leggerezza”

Fatti mandare dalla mamma a prendere un libro. Gianni Morandi e Luciana Littizzetto. La bella e la bestia. Decidete voi chi è l’uno e chi è l’altro. E metteteci tutti gli asterischi e le schwa che volete ma al Salone del Libro di Torino 2024 è andato in scena uno degli show più divertenti degli ultimi anni

di Davide Turrini
Salone del libro di Torino, il duo che non ti aspetti: Morandi (imprevedibile) e Littizzetto (brillante) e l’esibizione di “leggerezza”

Fatti mandare dalla mamma a prendere un libro. Gianni Morandi e Luciana Littizzetto. La bella e la bestia. Decidete voi chi è l’uno e chi è l’altro. E metteteci tutti gli asterischi e le schwa che volete ma al Salone del Libro di Torino 2024 è andato in scena uno degli show più divertenti degli ultimi anni. Al cospetto dello “sciamano del pensiero leggero”, di quel genio della comicità che fu Marcello Marchesi, autore televisivo e pubblicitario, umorista, sceneggiatore, omaggiato sia da La Nave di Teseo (le raccolte di aforismi e pensieri Dottor Divago e Il Malloppo) che dal Salone, il cantante bolognese e la comica piemontese si sono esibiti in un capitolo di “leggerezza” da attori consumati. Per una volta la spalla l’ha fatta Morandi. Imprevedibile, sempre pronto a scattare in piedi, smartphone in funzione tra i manoni.

“Scusa leggerezza (è la sezione curata dalla Littizzetto ndr) vieni qui che facciamo una foto, accendete le luci”. E via di selfie, subito pubblicato su Instagram. Littizzetto lo deve tirare per la giacc(hett)a. Fa lei Ciccio, Gianni e Franco. “Ti abbiamo visto con l’occhio sguercio”, fa lei. E lui dribbla: “Hai visto la mano?”. “Potrebbe star meglio”, è il turno Littizetto. E lui: “Ti stringo”. Lei: “Dai, hai fatto la cataratta, ma non lo vuoi dire, vai su Instagram e dici che hai fatto il cristallino, ma sono la stessa cosa”. E lui: “La cataratta è roba da vecchi”. Morandi scarta i divanetti dove sono seduti gli ospiti – il figlio di Marchesi, Massimo, e gli scrittori Giacomo Papi e Luca Bianchini – si siede su un traballante tavolino Ikea e rimane lì fino alla fine. “Io sto di fianco a te”, annuncia alla Littizzetto l’autore di C’era un ragazzo…

Lui che ha 79 anni, è incravattato come alla comunione e sembra più vispo di un “cinno”. Pensate un po’: lo scoprì, pardon lo lanciò, proprio Marchesi nel programma Il signore di mezza età. Era il 1963, Morandi aveva 18 anni. “Non so neanche come gli venne in mente di chiamarmi, però quella trasmissione che durò sei settimane sulla prima rete, mi diede grane notorietà. Avevo cantato canzoncine come Go kart twist e Andavo a cento all’ora. Lì nacque Che me ne faccio del latino”, assicura il cantante. “Mi mise vicino una ragazzina bellissima, Luciana Gilli, eravamo coetanei. Faceva un po’ la civetta. Stavamo insieme in una stanza di una pensioncina. Ci baciavamo”. E qui Littizzetto si tuffa come un delfino. “Pomiciavate insomma. Anna (Dan, la moglie, ndr) lo sa? Anzi, no: non era ancora nata”. E viene giù l’Auditorium. “Macché, io tremavo: una donna di 18 anni mi girava come un burattino”. Arriva la chitarra. Su le mani per Gianni che intona Che me ne faccio del latino. Sbaglia pure qualche accordo (sacrilegio!), ma è come trainato dalla folla che lo attende. Battimani. Poi parte la registrazione d’epoca di Che me ne faccio del latino e Morandi non potendo fare granché, si alza e comincia a filmare la signora che traduce in simultanea per i sordomuti. Il siparietto fa andare in visibilio i mille, pardon le mille, dell’Auditorium. “Come ti chiami?”, chiede lui alla traduttrice. E lei, mimando il linguaggio dei segni che fa andare un po’ in tilt Morandi: “Anna”. “Imparala – rintuzza Littizzetto – perché poi chiami così tua moglie”. Potrebbero continuare per ore quei due. Lei a dare scudisciate e lui a fare il birichino.

Prima di chiudere Bianchini sciorina un po’ di spot memorabili di Marchesi (“Vecchia Romagna etichetta nera, il brandy che crea un’atmosfera” o “Falqui, basta la parola”, quando non si poteva parlare di lassativi), modi di dire come “scherzi a parte”, un aforisma reso poi celebre come “anche le formiche nel loro piccolo s’incazzano”. Ma è Papi a fornire l’ultimo assist comico per il birbante di Monghidoro. “Marchesi ha scoperto, tra gli altri, Mario Riva, Mike Bongiorno, Sandra Mondaini. Nella fondazione a lui dedicata, tra la marea di materiali c’è un’audiocassetta dove chiacchiera di scherzi con Fellini, e il regista svela il segreto della ‘supercazzola’: non la inventò Tognazzi, ma un musicista, tal Falcomatà che lavorava con Aldo Fabrizi”. “Insomma – fa Papi- ci sono dieci metri lineari di materiale su Marchesi, cinque volte me steso per terra”. E Morandi che fa? Si alza e per far capire che Papi è gigantesco gli si mette a fianco per misurarsi arrivando a malapena alla spalla. Lunga vita a Morandi. E per una volta anche ad una Littizzetto brillantemente irosa e non volgarmente giocosa come sul tavolo di Fazio.

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