“Le dimissioni di Toti? Come ho sempre detto, deciderà lui. Quando c’è un processo, è il soggetto interessato che si sceglie la sua posizione difensiva. Quindi non è più una scelta politica ma anche di difesa. Io credo che, o si chiariscono le questioni durante il riesame, oppure ovviamente è difficile pensare di governare per due anni in assenza del governatore. È abbastanza ovvio, tuttavia penso che al momento sia prematuro parlare di temi legati alle elezioni regionali”. Sono le parole pronunciate ai microfoni di 24 Mattino, su Radio24, da Edoardo Rixi, segretario della Lega in Liguria e viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, in merito alla vicenda giudiziaria di Giovanni Toti e all’inchiesta della procura di Genova sulla corruzione in Liguria.
Rixi aggiunge: “Il tema è Genova ma è anche l’intero paese. Lo sapremo solo quando usciranno tutte le intercettazioni, ma bisogna capire se il tutto è solamente legato ai fatti che leggiamo. In questo caso, mi sembra abbastanza preoccupante, nel senso che nessuna impresa prenderà più un appalto pubblico, magari dopo essere stata ad una cena elettorale. Quindi c’è un problema di metodo. Quello che passa è che si fanno le opere per ingraziarsi un imprenditore che ti dà 70mila euro, siamo all’inizio di un ’cinema’ che durerà anni e che rischia di bloccare tutti i cantieri“.
Poi sottolinea: “Qui la prima cosa che emerge chiaramente, indipendentemente da come la si pensi, è che l’attuale legge sul finanziamento sui partiti non va bene e va riscritta immediatamente. Deve tornare il contributo pubblico o ci deve essere qualche forma di tutela. Questo è il primo grande tema. Il secondo tema è il fatto infrastrutturale: siamo passati da atti che, secondo gli inquirenti, risulterebbero già nulli o viziati nel 2020-2021. Siamo nel 2024 e quindi tutti gli atti successivi, leggendo le interpretazioni, vengono visti sotto una luce diversa. Anche cose che magari di per sé non avrebbero problemi rischiano a loro volta di essere viziate, quindi potrebbe esserci un effetto catena non solo sul porto ma su moltissimi appalti, anche sul retroporto di Alessandria per il Piemonte per esempio o altro”.
Il politico leghista, infine, si pronuncia sulla portata dell’inchiesta di Genova: “Dico solo che una cosa così delicata come questa bisognava bloccarla subito nel 2021, appena si era manifestato il reato. Da viceministro non ci sto capendo nulla della portata che potrebbe avere anche su altri scali, e non solo su Genova, perché gli equilibri di Genova condizionano altri scali come Livorno, Trieste, Napoli. Quindi non so, lo saprò solo alla fine dell’indagine. Al netto della vicenda di Toti, dei politici locali, di chi è implicato, io stesso mi sono incontrato con Spinelli come con altri operatori portuali, la cosa che mi preoccupa è una: si tratta di una cosa limitata qua, o no?“.
E chiosa: “Dai dati che leggo a oggi, non vedo un tema di grandi tangenti ma uno di grandi pressioni. Conosco Genova, che è la mia città, e in tutti i luoghi in cui sono andato negli ultimi 5 anni erano sostanzialmente tutti microfonati. Quindi, ho sfiorato l’inchiesta e se non è successo niente, vuol dire che a oggi non c’è ipotesi di reato. Ma il problema vero è capire se la portata è soltanto genovese e o no. Questa è la mia suggestione, non sono un inquirente. Io incontro persone e parlo di Genova, Miami, Singapore e la cosa mi lascia così”.