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Elio: “L’autismo di un figlio si coniuga con l’assoluta solitudine dei genitori. Non c’è nulla di pubblico vicino alle famiglie”

“È stato difficile trovare qualcuno che sapesse farci una diagnosi chiara e che ci indirizzasse. Non esiste un numero di telefono a cui rivolgerti, un indirizzo dove andare", il racconto del musicista al Corriere

di F. Q.
Elio: “L’autismo di un figlio si coniuga con l’assoluta solitudine dei genitori. Non c’è nulla di pubblico vicino alle famiglie”

Per l’autismo di mio figlio lasciati soli da politica e governi. Elio, senza “storie tese”, si racconta a Walter Veltroni sul Corriere alla vigilia di un nuovo tour estivo della band e ricorda le difficoltà e il dolore vissuto nell’aiutare il figlio Dante affetto da autismo. “Ce ne siamo accorti molto presto. È stata mia moglie a percepire delle anomalie nel comportamento di Dante. Io la consolavo, le dicevo che tutto si sarebbe normalizzato. Ma noi abbiamo due gemelli e le differenze, nel percorso di crescita, si vedevano nettamente”, ha raccontato Elio, che poi all’anagrafe fa Stefano Belisari. “È stato difficile trovare qualcuno che sapesse farci una diagnosi chiara e che ci indirizzasse. Non esiste un numero di telefono a cui rivolgerti, un indirizzo dove andare. Ti rendi subito conto che l’autismo di un figlio si coniuga con la assoluta solitudine dei genitori. E questo vale per ogni tipo di disabilità”.

Elio ha elencato i segnali che gli hanno fatto capire che qualcosa in Dante non andava: “Aveva un’attenzione ossessiva per le trottole, anche lui girava su sé stesso e non finiva mai di farlo. Aveva attenzione per le cose e non per le persone. L’autismo può portare gravi difficoltà relazionali, anche ritardi mentali, motori, cognitivi”. Elio parla di sconforto, paura e disperazione per sé e per sua moglie. “Manca tutto. Manca un protocollo che una mamma e un papà possano seguire, che funzioni da bussola in quel maremoto”.

Il cantante descrive la totale assenza pubblica per i genitori con figli autistici: “Gli abbiamo insegnato tutto e lui ha faticato tanto, ma noi ci siamo potuti permettere che fosse seguito. Ma chi non ha i soldi? Anche qui, proprio quando la mano pubblica dovrebbe riequilibrare le differenze, invece si accentuano le diseguaglianze sociali. Esistono associazioni, ma sono private. Non c’è nulla di pubblico che affronti il problema dell’autismo e sia vicino alle famiglie”. Il Concertozzo degli Elii che si terrà a Monza il 26 maggio sarà anche l’occasione per affrontare e condividere pubblicamente il tema: “Ci ritroveremo, noi genitori, per parlare con persone competenti, che hanno studiato questo problema che sta crescendo enormemente. E per condividere esperienze fantastiche”. Tra queste quella di PizzAut, l’iniziativa di sostegno inventata da Nico Acampora, padre di un ragazzo autistico che, invece di far stare i ragazzi in istituto, ha pensato di occuparli in ristorante. “Fanno un lavoro, stanno insieme, imparano a relazionarsi con le persone, hanno soddisfazioni. Il lavoro, in questo caso, ha un valore di risarcimento e restituisce loro frammenti di vita che altrimenti gli sarebbero preclusi”.

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