Un veicolo dell’Onu, con bandiere e contrassegni, è stato compito vicino al valico di Rafah, nel sud della Striscia Gaza. Un’indagine preliminare dell’Idf, citata dal quotidiano Haaretz, ha rivelato che una persona è stata uccisa e un’altra gravemente ferita durante una “sparatoria contro un veicolo dell’Onu” . L’Idf, ha aggiunto Haaretz, sta accertando le circostanze del fatto e “non è chiaro se a sparare siano stati i soldati israeliani”. Secondo quanto riferito da al Jazeera la vittima è un dipendente palestinese dell’Organizzazione mondiale della sanità mentre un cittadino straniero è rimasto ferito. Le riprese video mostrano un finestrino posteriore destro dell’auto delle Nazioni Unite danneggiato.
La notizie è stata confermata dall’Onu. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, “ha appreso con profondo rammarico la notizia della morte di un membro del personale del Dipartimento di sicurezza delle Nazioni Unite (Dss) e del ferimento di un altro membro quando il loro veicolo delle Nazioni Unite è stato colpito mentre si recavano all’Ospedale europeo di Rafah questa mattina”, ha riferito il suo portavoce, Farhan Haq, aggiungendo che Guterres “condanna tutti gli attacchi al personale delle Nazioni Unite e chiede un’indagine completa“. Intanto Hamas punta il dito contro Israele e parla di due vittime straniere: “Israele – ha detto la fazione, come riporta Haaretz – ha ucciso due cittadini stranieri (un uomo e una donna) che stavano viaggiando su un veicolo con la bandiera delle Nazioni Unite e segni identificativi. Israele e gli Usa portano la responsabilità di mettere in pericolo i team stranieri a Gaza e per i crimini di guerra e i danni intenzionali a loro”.
Intanto i carri armati e le truppe israeliane continuano ad avanzare a Jabalia – a nord di Gaza – nelle parti orientali e centrali del campo profughi, il più grande degli otto storici di Gaza. Secondo quanto riporta al Jazeera sono in corso battaglie tra l’esercito e i gruppi palestinesi. Tutto questo mentre nel sud della Striscia l’Idf continua ad avanzare nella parte orientale di Rafah, in particolare in altri quartieri della stessa area più vicini al centro dopo aver preso un’importante arteria tra le due zone. A Rafah – ha fatto sapere il portavoce militare israeliano – “in combattimenti ravvicinati sono stati attaccati obiettivi di Hamas, ucciso terroristi e localizzati armi e lancia razzi”. I soldati – ha aggiunto la stessa fonte – “hanno distrutto infrastrutture terroristiche e confiscato armi trovate all’interno una scuola”. Anche a Jabalia ci sono stati “scontri ravvicinati con diversi terroristi eliminati”. L’aviazione ha colpito “molte infrastrutture sotterranee”. Nelle passate ore sono stati circa 120 gli obiettivi militari colpiti, secondo quanto comunicato dall’esercito di Tel Aviv.
E il premier Benyamin Netanyahu torna a ribadire: “O noi, Israele, o loro, i mostri di Hamas“. Parlando durante la cerimonia per il Giorno dei caduti (Yom HaZikaron) sul Monte Herzl a Gerusalemme, Netanyahu ha aggiunto che la guerra a Gaza “è una scelta tra la libertà e la prosperità contro la disperazione, l’assassinio, la violenza, lo stupro”. “Siamo determinati – ha proseguito – a vincere questa battaglia. La nostra Guerra d’indipendenza non è ancora finita. Continua in questi giorni”.
Sulla stessa linea il ministro della difesa Yoav Gallat che, in una conversazione telefonica con il segretario di stato Usa Antony Blinken, ha ricordato “l’impegno di Israele nel continuare ad operare per raggiungere gli obiettivi della guerra: il rilascio dei 132 ostaggi e la distruzione di Hamas“. Lo ha fatto sapere l’ufficio di Gallant secondo cui i due hanno “discusso degli sviluppi a Gaza, incluse le operazioni dell’Idf nella Striscia contro il terrorismo e l’azione mirata nell’area di Rafah contro i restanti battaglioni di Hamas e per la sicurezza dei valichi”.