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Harry e Meghan, in Nigeria 72 ore per un “finto” royal tour: la condanna dei tabloid britannici

Ci sono la necessità di ripulire la reputazione e recuperare consensi e potrebbe essere che i reali abbiano scelto di volare in Africa anche con altre e nobili intenzioni. Ma per la stampa inglese, il loro è un fake tour

di Gabriele Scorsonelli

Un viaggio in Africa per promuovere gli Invictus Games e i progetti della loro fondazione, oltre che ricostruire l’immagine e recuperare fiducia e consensi della gente. Il soggiorno di Harry e Meghan nella “culla della civiltà” prosegue tra visite a centri che si occupano di salute mentale e confronti con ex militari nigeriani. Molti, i mutilati nella guerra contro le sommosse islamiche del Paese. Sorrisi, chiacchiere e anche una particolare partita di pallavolo (da seduti) che il duca di Sussex ha giocato, in una mensa ufficiali ad Abuja, contro una squadra di veterani dell’esercito guidata dal capo di Stato maggiore della difesa della Nigeria. Nel Team Harry – che è stato sconfitto 25-21 – anche l’ex soldato Peacemaker Azuegbulam, ferito in combattimento nel nord-est (dove ha perso una gamba) e primo africano a vincere l’oro agli Invictus Games, l’anno scorso in Germania.

La necessità di ripulire la reputazione esiste; potrebbe essere che i reali abbiano scelto di volare in Africa anche con altre e nobili intenzioni. Ma per la stampa inglese, il loro è un fake tour. Sul principe, pende pesante la spada di Damocle del mancato incontro con il padre Carlo durante la sua permanenza a Londra. Il re, secondo una prima versione dei quotidiani britannici, si sarebbe rifiutato di incontrarlo. Nelle ultime ore, però, i tabloid hanno diffuso un’altra narrazione. Harry non “avrebbe mai davvero cercato di organizzare un incontro con il re, né lo avrebbe invitato agli Invictus Games”, le indiscrezioni provenienti da fonti vicine a Buckingham Palace. Stando al The Sun, inoltre, il sovrano sarebbe stato “comprensibilmente diffidente” nel voler incontrare il figlio. Sebbene tra i due non scorra buon sangue, fonti reali accertano che Carlo avrebbe voluto incontrarlo “nel momento più vulnerabile della sua malattia”, dopo la diagnosi di cancro. Il dubbio, adesso, è se Harry, per primo, non abbia voluto evitare la riconciliazione con il padre.

Settantadue ore africane durante le quali anche Meghan ha fatto parlare di sé. Dalla notizia di aver scoperto di avere sangue nigeriano fino all’evento Women in Leadership, organizzato insieme al dottor Ngozi Okonjo-Iweala, direttore generale dell’Organizzazione mondiale del commercio, dove ha tenuto un discorso analizzando il suo ruolo di madre. “È la mia sfida più bella, non avrei mai pensato che la mia vita potesse cambiare così profondamente – ha dichiarato –. Da genitore ho capito che l’equilibrio non è una costante, cambia ogni giorno”. Sul suo legame con l’Africa, scoperto attraverso un test del Dna, invece: “Essere afroamericana un po’ significa non sapere molto delle tue origini. Scoprire di appartenere in parte a questa terra è stato emozionante”. Un “ritorno a casa”, il commento di un giornalista presente. Considerazione su cui la duchessa ha subito fatto leva: “Spero di poter rendere giustizia alle donne nigeriane, che sono forti e meravigliose. Sentirmi una piccola parte di questo mondo significa molto per me”.

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