Vi ricordate di quando, due anni fa, ci dicevano che dovevamo fare docce fredde e spegnere il gas sotto l’acqua della pasta che bolliva per risparmiare energia? Beh, in qualche modo siamo riusciti a evitare di rimanere al buio e al freddo. Ma i prezzi di oggi sono circa il doppio di quello che erano nell’era pre Covid.

Se ne stanno accorgendo quelli che devono pagare le bollette del gas e della luce, come pure quelli che devono produrre a prezzi competitivi sul mercato internazionale. E non è detto che non ci arrivino addosso altri sconvolgimenti geopolitici che potrebbero generare nuove interruzioni delle forniture. Per non parlare del problema climatico che sta avanzando a passi da gigante, generando fenomeni estremi e desertificazione.

In sostanza, abbiamo bisogno di energia, ma che sia energia pulita e a basso costo. L’unico modo pratico per ottenerla in tempi brevi è una doppia azione: accelerare le installazioni di energia rinnovabile e, allo stesso tempo, efficientare ed elettrificare il consumo, soprattutto nei trasporti e nei riscaldamenti domestici. Invece sembra che ci stiamo impegnando esattamente nella direzione opposta con le recenti moratorie sull’energia rinnovabile.

Su questa vicenda, non vi viene in mente l’Istinto di Morte di Sigmund Freud? L’aveva proposta come parte della sua teoria psicoanalitica per spiegare certi comportamenti umani e sociali autodistruttivi. E’ passata molto di moda oggi; però da certe cose che stanno succedendo in Italia, sembra veramente che il fantasma di Sigmund Freud sia apparso di notte ai nostri leader per istruirli su come mettere in pratica la sua teoria con un vero e proprio suicidio economico nazionale.

Così, abbiamo 18 mesi di moratoria sull’energia rinnovabile in Sardegna imposta dalla giunta Todde sulla base di una serie di slogan infiammatori contro l’“assalto del territorio.” Come se il petrolio e il carbone non fossero un assalto, non solo alla Sardegna, ma a tutto il pianeta. Poi c’è la moratoria sulle installazioni degli impianti fotovoltaici sul terreno agricolo che il governo ha tirato fuori in questi giorni. Come se il problema fosse lo 0,5% del terreno agricolo non di pregio necessario per raggiungere gli obiettivi di energia rinnovabile in Italia per il 2030. Per non parlare poi dell’opposizione a livello di comitati locali contro tutto quello che è utile per l’indipendenza energetica del paese e per la salute di noi cittadini.

Appunto, una forma di psicosi autodistruttiva che il buon dottor Freud forse avrebbe esaminato con interesse. Ma, a parte la psicoanalisi, cosa pensano di ottenere quelli che si impegnano in queste imprese? Credono che i petrolieri il gas e il petrolio ce lo vogliano regalare per benevolenza? Credono che i pozzi dureranno per sempre? Credono che il problema climatico non li riguardi?

Non sto a entrare nei dettagli, ma per capire come stanno veramente le cose vi consiglio caldamente due libri recentissimi sul futuro dell’energia in Italia. Uno è quello di Mauro Romanelli, La Risposta, e l’altro è quello di Marco Giusti, L’Urgenza di Agire. Quello di Romanelli è un po’ più divulgativo, quello di Giusti un po’ più tecnico. Ma sono entrambi libri che vi spiegano perché abbiamo bisogno di energia rinnovabile, e perché ne abbiamo bisogno ora. Avanti con le rinnovabili!

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