E’ la città più ricca della Provincia di Cremona, secondo quanto emerge dai dati pubblicati dal ministero dell’Economia e delle Finanze relativi ai redditi italiani dichiarati nel 2023, con riferimento all’anno di imposta 2022.
E’ la capitale della cosmesi in Lombardia: all’ultima fiera internazionale Cosmoprof 2017 di Bologna si sono presentate ben 41 aziende del territorio.

E’ la città decantata dal regista Luca Guadagnino nel film Chiamami con il tuo nome.
E’ la patria del tortello e del salame, fiore all’occhiello per l’amministrazione comunale che ogni anno organizza una festa con tanto di insaccati a destra e a manca: Crema, 35 mila abitanti circa, è anche la città dove i poveri – per la Caritas e il Comune – sono a tempo determinato perché il dormitorio apre a ottobre e chiude il 30 aprile.

Non un giorno di più, non uno di meno. Alla fine del mese scorso Amedeo (nome di fantasia ma storia vera) e gli altri senza casa hanno dovuto abbandonare il “Rifugio” per tornare sulla strada, per occupare qualche luogo abbandonato tra i tanti della città.
Eppure, chi non ha un tetto non ce l’ha d’inverno come in primavera o in estate. Secondo i dati della Federazione italiana organismi per le persone senza dimora, nel 2023 si sono verificati 133 decessi di clochard in inverno, 102 in estate, 110 in autunno e 70 in primavera.

La Regione dove più persone senza casa hanno perso la vita è proprio la Lombardia con in testa, dopo Roma, Milano e Bergamo tra le città con la maglia nera. Una strage di invisibili o meglio di gente che anche nella ricca Crema nessuno vuol vedere.

Questione di scelte. Chi apre il dormitorio a Crema – mi riferisce – che non ce la fa gestirlo a causa dei costi oltre il mese d’aprile. La diocesi avrà sicuramente altre priorità. O forse (faccio fatica a pensarlo ma voglio crederlo) la Chiesa di Crema non ha fondi a sufficienza per dare un letto a una ventina di persone per cinque sei mesi in più.

E l’amministrazione comunale? In una delle città più ricche della Provincia verrebbe da pensare che dove non arriva la Chiesa, c’è una sinergia tra enti del territorio (48 Comuni) per dare oltre a un pranzo (essendo chiuso il dormitorio queste persone non hanno più nemmeno la cena) un piatto e un letto a chi nella vita – per i più svariati motivi – non ce l’ha fatta o non ce la sta facendo. Nulla.

E così Amedeo, chiuso il dormitorio, da qualche sera migra dal McDonald’s (finché resta aperto) alla panchina di una piazza o del parco. L’altra notte ha provato a trovare giaciglio sulle “comode” poltroncine del pronto soccorso ma è stato cacciato anche da lì. A Amedeo le assistenti sociali hanno “fornito le realtà dei dintorni che proseguono l’accoglienza notturna nei dormitori (Lodi, Treviglio, Milano, Cremona..)” ma a Lodi e a Cremona son “full”.

Chissà se Guadagnino o qualche altro regista un giorno racconterà anche questa Crema.

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