Il centrodestra rischiava di andare sotto nelle votazioni sul decreto Superbonus e la partita era così divisiva all’interno della maggioranza che Fratelli d’Italia aveva improvvisato uno stratagemma per neutralizzare il “no” di Forza Italia e garantirsi i numeri. Alla fine, per un soffio, con l’astensione del forzista Claudio Lotito le forze di governo hanno evitato l’autogol. Ma il dato politico è che, ancora una volta, il governo ha dimostrato di avere una freccia in più al proprio arco: i renziani. Italia Viva, infatti, avrebbe garantito i voti anche qualora fossero mancati dal partito di Tajani. E probabilmente è proprio il segnale dei renziani ad aver costretto Forza Italia a non far mancare i numeri.

LA GIORNATA – Il pomeriggio è stato caratterizzato da uno stratagemma di Fratelli d’Italia per garantirsi i numeri: aumentare da 19 a 20 i componenti della Commissione Finanze del Senato. Il blitz è andato in scena nel pomeriggio di martedì, quando dal partito meloniano è arrivata una comunicazione firmata dal capogruppo Lucio Malan e diretta al presidente dell’assemblea Ignazio La Russa: il senatore Salvatore Sallemi, si legge, “cessa di far parte della Commissione Giustizia ed entra a far parte come membro della Commissione Finanze”. Un trasloco deciso in fretta e furia per consolidare la maggioranza e neutralizzare il rischio che venissero approvati i sub-emendamenti presentati da Forza Italia, in particolare quello per abolire la retroattività dell’allungamento a dieci anni delle detrazioni deciso dal governo (“spalmando” i debiti dello Stato). Il Mef non ha mai cambiato linea: mettere un punto definitivo a quella che ritengono essere un’emorragia della spesa legata dall’agevolazione.

LA STAMPELLA DEI RENZIANI – Una mossa, quella di Fratelli d’Italia, che alla fine della giornata è diventata perfino superflua, con il soccorso a sorpresa di Italia Viva a favore dell’emendamento proposto dal governo. Forza Italia spiazzata dalla scelta inattesa di Iv ha preferito astenersi piuttosto che votare contro. A conti fatti, del resto, i numeri sono più favorevoli per la maggioranza anche se non blindati del tutto. Forza Italia, presente con un solo senatore, Claudio Lotito, resterebbe l’ago della bilancia anche con la nuova composizione a 20 membri. Per oggi però si è rimasti a 19. E per qualche votazione, in assenza di Lotito e Patton (Autonomie), la maggioranza ha potuto contare anche sul voto del presidente, il leghista Massimo Garavaglia, che per prassi non vota. In serata è arrivato anche l’accordo sullo slittamento della sugar tax al luglio 2025: ci sono dunque le risorse, circa 139 milioni, per coprire un altro anno di slittamento. L’emendamento del governo l’avrebbe fatta scattare da luglio. Ma almeno su questo Forza Italia porta a casa un successo: “E’ una nostra vittoria”, commenta il capogruppo di FI al Senato Maurizio Gasparri. Il tutto viene poi blindato a favore del governo dalla via libera del partito di Renzi.

L’AIUTO DEL SENATORE DI AUTONOMIE – La commissione, nel pomeriggio, ha approvato un emendamento del senatore Pietro Patton (Autonomie), che poi non ha partecipato più alle votazioni in commissione. Con lui assente, l’opposizione ha potuto contare su un voto in meno, scendendo da 9 a 8 (a fronte dei 10 voti su cui può contare la maggioranza). Si tratta di un aiuto alla maggioranza. Ma non nel caso in cui il senatore di Forza Italia Claudio Lotito dovesse votare insieme all’opposizione.

LE CRITICHE DELLE OPPOSIZIONI – “È l’ultimo passaggio di una gestione folle, dilettantesca e antidemocratica; il governo non ha alcuna idea di politica economica, punta solo ed esclusivamente a fare cassa su cittadini e imprese, calpestando ogni minimo principio di legittimo affidamento. Scandalosi”, denuncia sui social il capogruppo 5 stelle Stefano Patuanelli. Durissimo anche il presidente dei senatori dem Francesco Boccia: “Stiamo assistendo alle prove tecniche di premierato. Il gruppo di FdI ha appena comunicato, alla vigilia del voto sugli emendamenti al superbonus, di aver aggiunto un membro in Commissione Finanze. Legittimo. Ma farlo alla vigilia di un voto importante e senza prima averlo comunicato all’aula è una evidente forzatura. Che sa di paura di andare sotto nel voto e di assoluta indifferenza per le regole democratiche e i regolamenti parlamentari. La maggioranza sta sempre di più portando istituzioni e paese sulla strada di Orbàn“, attacca. Per Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinisra, “Giorgetti e Meloni oggi dimostrano all’intero Paese cosa significa essere forti con i deboli e deboli con i forti. Il colmo è che per raggiungere l’obiettivo di far passare l’emendamento la maggioranza aumenta di un componente la Commissione Finanze del Senato per neutralizzare Forza Italia: ormai le regole democratiche sono calpestate“, denuncia.

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