La giornata politica in Georgia è iniziata con una rissa in Parlamento e si è conclusa con l’ok definitivo alla contestatissima legge sull’influenza straniera e nuovi scontri di piazza. Non sono bastate le giornate di protesta, le migliaia di persone scese in strada, gli avvertimenti lanciati da Bruxelles e le minacce della presidente della Repubblica di mettere il veto (che il governo ha comunque i numeri per respingere): la maggioranza guidata dal primo ministro Irak’li K’obakhidze ha ottenuto il via libera definitivo dell’aula, con 84 voti a favore e 30 contrari, a quella che nel Paese è stata ormai ribattezzata “la legge russa”.

Il testo anti-ong, come succede in maniera simile nel Paese di Vladimir Putin o nell’Ungheria di Viktor Orban, obbliga media, ong, organi d’informazione e movimenti civili a registrarsi in un elenco di “agenti stranieri” se il 20% dei loro fondi arriva dall’estero. In questo modo, come successo con il caso russo, l’obiettivo è quello di silenziare le opposizioni interne relegandole in una blacklist. Il disegno di legge era già stato ritirato dal Parlamento georgiano nel marzo 2023 dopo le massicce proteste che hanno attraversato le strade dell’ex satellite sovietico. Ora però il partito al potere Sogno Georgiano lo ha rispolverato trasformandolo in legge.

Una legge che avvicina Tbilisi a Mosca ma la allontana sensibilmente dall’Unione europea. La Georgia è infatti uno dei Paesi candidati dal 2023, ma per poter vedere aprirsi le porte dei palazzi di Bruxelles ai suoi rappresentanti deve portare a termine il processo di integrazione richiesto a tutti gli Stati. E tra gli standard da rispettare ci sono ovviamente quelli democratici dello Stato di diritto e della libertà d’espressione che questa legge mette a rischio. “Abbiamo già espresso la nostra posizione” su una legge “che è molto pericolosa per le ambizioni europee della Georgia. Le attese della Ue sono molto chiare: l’adozione di questa legge è un ostacolo grave nel percorso della Georgia per l’ingresso in Ue ma discuteremo delle conseguenze dopo l’eventuale approvazione”, aveva dichiarato prima dell’ok definitivo il portavoce del Servizio di Azione Esterna dell’Ue, Peter Stano. Anche la presidente del parlamento Ue, Roberta Metsola, si è schierata apertamente al fianco di coloro che sono scesi in piazza per protestare contro la legge del nuovo governo: “Tbilisi, ti sentiamo! Ti vediamo! I georgiani per le strade sognano l’Europa. Sventolano con orgoglio la bandiera europea. Vogliono un futuro europeo. Si aspettano valori e standard europei. Il Parlamento europeo è al fianco del popolo georgiano”, ha scritto su Twitter.

Proprio questa frattura con le istituzioni europee è ciò che preoccupa e fa arrabbiare parte della popolazione che è arrivata allo scontro con le forze dell’ordine fuori dalla sede del Parlamento di Tiblisi dopo che alcuni manifestanti hanno sfondato le barricate d’acciaio intorno alla Camera dei deputati. La polizia in tenuta antisommosa ha reagito con i cannoni ad acqua per disperdere la folla.

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Georgia, approvata la legge sugli agenti stranieri: migliaia di persone protestano davanti al Parlamento

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