È stata confermata a Mosca la condanna a 25 anni di carcere per il giornalista Vladimir Kara-Murza, in carcere da 2 anni in Russia per aver criticato l’invasione dell’Ucraina. Martedì la Corte suprema della Federazione ha respinto il suo ricorso contro che la sentenza che lo ha condannato per alto tradimento.
Giornalista e collaboratore del leader dell’opposizione Boris Nemtsov e dell’oligarca diventato dissidente Mikhail Khodorkovsky, Kara-Murza è in carcere dall’11 aprile 2022. È stato condannato nell’aprile 2023 per “aver diffuso consapevolmente informazioni false sulle forze armate russe” durante un intervento alla Camera dei rappresentanti dell’Arizona, nonché di “aver svolto attività per un’organizzazione indesiderabile”. Come riporta Amnesty International, l’accusa di “alto tradimento” è riferita alla “cooperazione con uno stato membro della Nato”, consistente nell’aver preso parte a conferenze a Lisbona, Helsinki e Washington nelle quali Kara-Murza aveva condannato l’invasione russa dell’Ucraina. La sentenza prevedeva anche una multa di 400 mila rubli.
Il giornalista è stato premiato la settimana scorsa con il premio Pulitzer per i suoi commenti scritti dal carcere per i media internazionali.
Analogamente a quanto era successo all’oppositore Alexei Navalny, morto in carcere a febbraio, per due volte, nel 2015 e nel 2017, Kara-Murza era stato ricoverato con sintomi di avvelenamento, ha rischiato di morire per insufficienza renale nel primo incidente.