“Che immagine traspare da coloro che sono coinvolti nell’inchiesta ligure? Gentarella, personaggetti, come direbbe Crozza nella parodia di De Luca. Per molti politici, non tutti per fortuna si è perduto il senso della propria dignità, il fatto che il servizio allo Stato deve essere svolto con disciplina e onore, come recita l’art.54 della Costituzione”. Così a Dimartedì (La7) lo scrittore e giornalista Corrado Augias definisce la classe dirigente che affiora dalle intercettazioni sul caso ligure.
Augias, in particolare, si sofferma sulla “elemosina” che uno dei personaggi arrestati nella maxi inchiesta genovese, Paolo Signorini, ad di Iren e all’epoca presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, chiede all’imprenditore Aldo Spinelli per la festa nuziale della figlia: “Ma insomma, se devi far sposare tua figlia, metti i soldi da parte o chiedi un prestito alla banca oppure non spendi quella cifra per il matrimonio”.
Al conduttore Giovanni Floris che cita una celebre frase del politico socialista Rino Formica (“La politica è merda e sangue”), Augias replica con una battuta sarcastica: “Adesso il sangue è poco, è rimasta solo l’altra materia“.
Poi si sofferma sulla sfilza di esponenti del governo Meloni che hanno grane giudiziarie: “Un politico, anche quando è specchiatissimo, rischia sempre di inciampare. Ma questi altro che inciampo, si sono proprio buttati a capofitto. A Vittorio Sgarbi, che io stimo molto come storico dell’arte – chiosa – qualche volta ho chiesto perché continua a fare buffonate. Lui ha una specie di spinta dadaista per fare quella roba là. Ma tutti gli altri? L’onorevole Augusta Montaruli, che ha una condanna in via definitiva, come fa a sgridare gli altri dopo quello che ha combinato? E la ministra Santanché? Ma come si fa?”,