La questione del ciclo, al di là delle feste famigliari per l’accadimento, non riguarda solo l’opportunità di celebrarne l’arrivo e postarne le foto sui social. Apre ad altri aspetti che riguardano la vita delle donne. Primo fra tutti il congedo mestruale, già previsto dalla legge in alcuni Paesi
I biscottini con la glassa bianca sono a forma di assorbenti interni ed esterni, quelli con la glassa rossa sono a forma di goccia di sangue o di cuore. E poi ci sono le torte con cascate di rose rosse in cima, i palloncini che addobbano la casa e sul tavolo i sacchetti pieni di brochure, coppette vaginali e kit specifici. Cosa si festeggia? L’arrivo del menarca, il primo ciclo mestruale della ragazza. La nuova moda del “Period Party”, il momento che segna il passaggio più importante nella vita di un’adolescente, impazza da tempo negli Stati Uniti. Ma ora sbarca anche in Italia. E coinvolge diverse madri (e figlie) che postano raggianti le foto delle loro festicciole sui social non per ostentazione ma per dare all’evento un significato positivo di crescita. Sono party organizzati non solo per festeggiare e condividere la gioia della pubertà ma per rendere queste occasioni un contesto adatto a spiegare alle ragazzine cosa significa quel cambiamento nel corpo, come va affrontato e vissuto. Senza vergogna e senza i tabù che per secoli hanno ammantato di silenzio questo avvenimento puntuale che riguarderà la vita di una donna fino alla menopausa.
Non tutte le madri però approvano. Alcune ritengono che l’arrivo del ciclo mestruale sia un fatto privato da condividere in famiglia al riparo da sguardi esterni. E avvisano sul rischio di trasformare quel momento delicato in una pagliacciata da social e in una fonte di imbarazzo per la festeggiata. Insomma, per molte italiane il “Period party” non sarebbe da associare ad altre pratiche in arrivo dagli States come i “Baby Shower”, party organizzati per accogliere la futura nascita di un bebé con piogge di regali, o il “Gender Reveal Party”, l’occasione festosa in cui rivelare il sesso del nascituro. Sarebbe invece una moda imbarazzante e indelicata.
Però, a giudicare dai reel che si vedono sui social, postati dalle mamme americane, il “Period Party” nasce proprio con l’intenzione di incoraggiare le giovanissime a non vivere il menarca in solitudine ma, al contrario, a celebrarlo con fierezza. Un invito, insomma, a superare quel disagio che emerge anche nel linguaggio quando una ragazza ne parla: dall’italiano ‘ho le mie cose’, ‘ho le rosse’, ‘è arrivato il marchese’ al francese ‘ho i lavori in corso’. Sulla pagina Instagram di The Wom è stato lanciato l’interrogativo: il “Period Party” è ‘cringe’ (imbarazzante) o ‘cute’ (carino)? Scorrendo i commenti sembra essere in gran parte giudicato imbarazzante dalle italiane. Anzi, molto imbarazzante. Ecco alcuni degli interventi: “Faranno anche il party per l’arrivo della menopausa?”, “Quando abbiamo avuto noi la prima mestruazione volevamo sotterrarci dalla vergogna. È giusto che non sia più un argomento tabù, ma non a questi livelli”.
C’è anche chi ringrazia di non essere stata protagonista di una simile festa. “Penso che se mia mamma mi avesse fatto una cosa del genere avrei chiamato il telefono azzurro e mi sarei fatta portare via! Ok l’abbattimento dei tabù ma così anche no”, scrive una donna. Le fa eco un’altra: “Menomale che ho il ciclo da nove anni ormai, penso che se avessi dovuto assistere a una cafonata del genere avrei dato di matto. Sono d’accordo con il fatto che le mestruazioni non dovrebbero essere un tabù, ma non vedo il senso di dover festeggiare un momento così intimo e personale di una ragazza”.
Se ci spostiamo su TikTok scopriamo diversi reel di ragazze americane che si dichiarano invece soddisfatte di aver partecipato a feste sull’arrivo del ciclo quando ancora erano piccole. “Quando la mamma di una mia amica ha organizzato una festa per l’arrivo del suo ciclo regalando kit pieni di assorbenti, coppette, salviette e altro non ne ho capito subito il motivo”, racconta una TikToker ormai adulta. Poi specifica. “Ma ora che sono cresciuta penso che sia stato un modo davvero carino per spiegare le cose a chi è ancora piccolo e non capisce cosa stia succedendo”. Sui social si trovano anche diversi tutorial su come preparare le torte per l’evento, imbandire le tavole, tutte all’insegna del rosso, creare gli addobbi. E video di madri che abbracciano le figlie e ballano per la gioia. Una situazione sensibilmente diversa rispetto al silenzio e all’imbarazzo che fino a qualche decennio fa riguardavano questo aspetto del femminile.
La questione del ciclo, al di là delle feste famigliari per l’accadimento, non riguarda solo l’opportunità di celebrarne l’arrivo e postarne le foto sui social. Apre ad altri aspetti che riguardano la vita delle donne. Primo fra tutti il congedo mestruale, già previsto dalla legge in alcuni Paesi per tre giorni al mese e inserito negli statuti di alcune grandi aziende. In Italia è stata presentata una proposta di legge (27 aprile 2016, Camera dei Deputati) per il congedo mestruale. Ma ad oggi le donne che soffrono di ciclo doloroso (dismenorrea) possono solo usufruire dei permessi generici retribuiti. In Spagna nel 223 il congresso dei Deputati ha approvato un nuovo progetto di legge che include il diritto al congedo mestruale. Una misura che permette alle lavoratrici soggette a dolori causati dalle mestruazioni o dalla sindrome della menopausa di assentarsi dal lavoro temporaneamente, previo permesso del proprio medico di base. Il progetto di legge prevede che le spese per il congedo mestruale siano interamente coperte dallo Stato e non dall’impresa o dall’ente presso cui la donna lavora.