Cinema

Cannes 24, la versione di Maria Schneider sulla scena di sesso con il burro di ‘Ultimo tango a Parigi’: “Sottomessa e umiliata da Bertolucci”

Il film "Maria" uscirà in Francia il 21 giugno prossimo e susciterà, molto probabilmente, nuovi dibattiti sui limiti etici della rappresentazione cinematografica, sull’uso e l’abuso del corpo di attrici e attori

di Davide Turrini

“Un’aggressione fisica davanti alla troupe per un cinema solo per uomini”. Si torna a parlare della celebre scena di sesso anale di Ultimo tango a Parigi. Ma questa volta si scavalca di campo. E con il film Maria di Jessica Palud – il 21 maggio Fuori Competizione al Festival di Cannes – si rivedrà proprio la ricostruzione di quella celebre, contestata, censurata scena in cui Marlon Brando abbranca da dietro la giovanissima Maria Schneider e usando come lubrificante il burro la sottomette ad un rapporto anale. Questa volta però la protagonista è Maria interpretata da Annamaria Vartolomei (già protagonista del Leone d’Oro a Venezia, L’évènement di Audrey Diwan, sul diritto all’aborto nella Francia del 1963 quando la pratica era ancora illegale). Nel film la 19enne Schneider (minorenne per le leggi del 1969 ndr) incontra Bernardo Bertolucci (interpretato da Giuseppe Maggio) in un bar parigino poi accetta la proposta di recitare in Ultimo tango a Parigi – film che uscirà nelle sale nel 1972 – quindi di lavorare con Marlon Brando qui con viso e corpo di Matt Dillon.

Il film è tratto dal libro scritto da Vanessa Schneider, cugina dell’attrice morta nel 2011 e nemmeno 60 anni senza mai riemergere dal tunnel in alcool e droga in cui era finita dagli anni ottanta. “Il libro si avvicina a Maria attraverso il prisma dell’intimità, attraverso la lente della testimonianza familiare”, ha spiegato la regista Palud ai giornali. “Ho voluto spostare questa prospettiva e concentrarmi su Maria. Essere nel suo sguardo e non abbandonarlo mai, viaggiare con lei”. E proprio la contestata sequenza si tramuta definitivamente in “un’esperienza di umiliazione e sopraffazione”, proprio perché non scritta nel copione, letteralmente improvvisata, cercando di trovare quella scintilla d’imprevisto per arricchire realisticamente il girato.

Come spiega Anais Ginori di Repubblica che ha già avuto la possibilità di vedere Maria della Palud in anteprima la regista “ha rigirato la scena con Vartolomei e Dillon, accompagnati da un intimacy coach e una stuntwoman nel caso l’attrice ne avesse avuto bisogno. Sul set di Maria, ha raccontato la regista, è stato riprodotto quello che successe allora: un’aggressione fisica davanti a tutti, nel silenzio della troupe”. Del resto da un lato la Schneider aveva da sempre accusato il regista parmigiano di un sopruso che l’aveva ferita profondamente (anche se il mainstream aveva derubricato e deriso le accuse definendo l’attrice psicologicamente fragile); dall’altro fu proprio Bertolucci a confessare, sull’onda del MeToo che tra il 2017 e il 2019 aveva travolto anche il mondo del cinema italiano, di aver agito “in modo orribile con Maria, perché non le ho spiegato cosa sarebbe successo”, ma soprattutto per avere “la sua reazione come ragazza, non come attrice. Volevo si sentisse realmente umiliata”.

“Non cerco di accusare o giudicare, ma di affrontare l’eredità e di offrire un ritratto di questa società, attraverso una nuova prospettiva, quella di Maria Schneider”, ha concluso la Palud che a 19 anni ha lavorato proprio sul set di The Dreamers aiutando Bertolucci alla regia. Maria uscirà in Francia il 21 giugno prossimo e susciterà, molto probabilmente, nuovi dibattiti sui limiti etici della rappresentazione cinematografica, sull’uso e l’abuso del corpo di attrici e attori.

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