Si prospetta un’udienza animata giovedì al tribunale di Milano, dove sarà in discussone la causa inoltrata da dipendenti di Wind Tre contro l’azienda. Si tratta di 226 lavoratori disabili di Sicilia e Campania, di cui cinquanta si sono recati nel capoluogo lombardo in rappresentanza di tutti, per presenziare al dibattimento. Per 17 anni hanno lavorato nei call center della cooperativa Consorzio Sintesi, a cui si affidava il gruppo telefonico e che ha questo solo committente. Ora sono in cassa integrazione straordinaria, dopo che l’azienda telefonica ha comunicato l’intenzione di stipulare una nuova convenzione con un’altra cooperativa, venendo così meno alla convenzione preesistente secondo cui, in caso di mancata proroga o rinnovo del contratto di appalto con il Consorzio Sintesi, Wind Tre si impegnava ad assumere direttamente i disabili.
L’art. 14 del dlgs 276/2003 consente infatti alle aziende di adempiere alle coperture delle quote d’obbligo ai sensi della legge n° 68/99 attraverso accordi con le cooperative, che di fatto assumono i lavoratori disabili per conto della grande azienda, I lavoratori si sono quindi rivolti al tribunale di Milano (sede dell’azienda) per chiedere che venga riconosciuto tale loro diritto di assunzione. La Regione Sicilia, in vari incontri con l’azienda aveva richiesto l’applicazione della convenzione, quindi riportata e sottoscritta da Windtre, finanche con una specifica clausola riportata nel contratto di appalto, rifiutando pertanto la richiesta di nuova convenzione proposta da Windtre con un’altra cooperativa.
Il motivo per cui i lavoratori coinvolti hanno rifiutato il passaggio alla nuova cooperativa è molto semplice: perderebbero il diritto all’assunzione diretta in Wind Tre, perdendo così anche l’opportunità di vedersi applicato il contratto collettivo delle Telecomunicazioni con diritti retributivi superiori. I lavoratori disabili si chiedono a questo punto, in virtù del mancato rispetto degli obblighi sottoscritti, se Wind Tre risulti, tra l’altro, inadempiente agli obblighi della normativa sul collocamento obbligatorio, andando così incontro alle potenziali sanzioni pecuniarie ed amministrative come ad esempio l’esclusione dalla partecipazione a bandi pubblici.
Diversa la ricostruzione della vicenda da parte dell’azienda tlc: “Da oltre due anni Wind Tre si è attivata per dare continuità alla convenzione scaduta lo scorso 31 dicembre, assicurando formalmente alle istituzioni locali e a tutti gli stakeholders coinvolti l’impegno a garantire la continuità occupazionale dei lavoratori. Wind Tre crede fermamente nel progetto sociale sotteso alle Convenzioni e nel ruolo delle Cooperative sociali nella valorizzazione del contributo dei lavoratori con disabilità, in un quadro di garanzie e strumenti di supporto progettati da professionisti del settore.
Wind Tre ha cercato per questo un Partner qualificato e ribadisce che continuerà ad adempiere alle disposizioni legali sul collocamento dei lavoratori disabili, mediante convenzioni e assunzioni nei territori dove necessario raggiungere le quote d’obbligo richieste. A conferma della sua disponibilità, Wind Tre nei mesi scorsi ha stipulato una nuova convenzione con la Regione Lazio, avviata a partire dal 1° gennaio scorso, assicurando, attraverso il nuovo Partner, la piena occupazione di tutte le persone già impiegate con Sintesi nel territorio, adeguando al contempo l’inquadramento contrattuale dei lavoratori. Wind Tre è disponibile ad applicare lo stesso modello a tutti i lavoratori disabili di Campania e Sicilia sin da subito a tutela della continuità occupazionale”. La parola passa ora al giudice del lavoro.