Sfatiamo un mito: non esiste il rossetto miracoloso che sta bene a tutti. Secondo la regina dell’armocromia Rossella Migliaccio, però, ne basta uno (ma scelto bene) da usare sempre, anche come blush
Facciamo un test: quanti rossetti avete nel beauty case? Ma soprattutto: quanti ne usate davvero? I rossetti sono un po’ l’equivalente beauty dei tacchi alti: li compriamo nuovi sulla scia dell’infatuazione, ma finiamo per mettere sempre gli stessi, quelli che “ci stanno sempre bene”. E così, molti rossetti finiscono per restare nel cassetto a prendere la polvere: il rosso rubino da diva del cinema (che però su di noi sembra fucsia) quello malva (stava benissimo alla modella, ma fa un effetto cadaverico) o quello comprato sulla fiducia (salvo poi scoprire a casa che sembra aranciato). Se poi, ingenuamente, cerchiamo consiglio sui social apriti cielo: tutorial complicati che prevedono dozzine di prodotti. Come se ne esce?
Partiamo da un presupposto: il rossetto occupa un posto a sé nel mondo del make-up. È un simbolo, un feticcio, persino un oggetto di design: siamo ben felici di portarlo nella borsa ed estrarlo all’occorrenza, cosa che difficilmente faremmo con un correttore o con una matita. Il rossetto ha attraversato la storia dell’umanità, da Cleopatra a Kylie Jenner: perfino chi non si trucca mai a un certo punto ne avrà comprato uno. Quel piccolo astuccio ha un potere consolatorio, è un amuleto e infatti pare che le donne comprino più rossetti in tempi di crisi. Costa relativamente poco e tiene alto il morale. Il fenomeno è conosciuto con il nome di Lipstick Index, termine coniato in casa Estee Lauder (non esattamente i più imparziali sulla questione). Anche Paola Cortellesi, nel film campione di incassi C’è Ancora Domani, dedica al rossetto un momento toccante della storia di Delia. Senza spoilerare, è facile capire perché il rossetto sia così amato: come per tutti i grandi amori, però, trovare quello giusto è un’impresa.
La linea di make up ispirata all’armocromia
Comprare meno (e meglio)
“La verità è che non esiste il rossetto che sta bene a tutte – dice Rossella Migliaccio presentando le sfumature – perché ognuno di noi è unico e diverso”. Si può però trovare la sfumatura giusta: le tre che propone per ciascuna stagione sono i beni rifugio da usare tutto l’anno, estate e in inverno, di giorno o di sera, da sole o mixate tra loro. L’idea, spiega, le è venuta pensando a Marilyn Monroe: si dice che il suo rossetto preferito fosse un mix di cinque altri colori. In questo modo, semplicemente sovrapponendo due rossetti, si possono creare nuove sfumature. La filosofia alla base del brand è infatti quella di “comprare meno, ma meglio”: non solo i rossetti si possono combinare per avere più colori a disposizione, ma possono essere anche usati sulle guance come blush. Un solo stick, versatile e multitasking, su cui fare affidamento anche in viaggio: “Forse siamo l’unico e-commerce che suggerisce di acquistare meno prodotti”, conclude ridendo.
Elogio della diversità (e del second hand)
Anche la campagna è, a modo suo, fuori dai soliti schemi: “Alcune modelle sono ragazze che abbiamo notato per strada, o tra i miei follower su Instagram”, racconta Migliaccio. Altre arrivano da Imperfetta Project, agenzia di modelle inclusiva che scardina gli stereotipi valorizzando quelle bellezze troppo a lungo escluse dal sistema moda. Tutte le modelle – inclusa la stessa fondatrice del brand – indossano abiti second hand di Humana Vintage. I rossetti di Rossella Migliaccio sono acquistabili sul sito, dove si può anche fare un test per scoprire la propria stagione e farsi un’idea di partenza. Con una raccomandazione: l’armocromia è uno strumento utile, non un diktat. Non correte a buttare tutto ciò che avete in casa o nel beauty case per rispettare la tavolozza della stagione di riferimento. “Non arriverà la polizia se non vi vestite in palette”, rassicura Migliaccio.