“Con questo tipo di regola stiamo andando nella direzione sbagliata“. Senza troppi giri di parole, Leo Messi tiene a far sapere all’MLS e all’America intera – durante la partita contro il Montreal – il proprio disappunto circa la nuova (e bizzarra) regola introdotta dal campionato statunitense. Innovazione o ennesima trovata? Data la reazione, per il campione argentino la risposta è chiara: una regola che per certi versi è anche un’arma a doppio taglio.

Come funziona la regola americana


Ma esattamente, di che cosa si tratta? La nuova regola imposta dalla Major League Soccer impone che, nel momento in cui lo staff medico entra in campo per soccorre un giocatore, quest’ultimo è tenuto a rimanere fuori dal terreno di gioco per due minuti. 120 secondi che possono costare caro o essere sfruttati nel migliore dei modi. Una cosa è certa: la norma è stata introdotta per porre fine alle continue perdite di tempo (con simulazioni o esagerazioni). Vuoi simulare? Nessun problema, però la partita prosegue senza di te. un tentativo di allungare il tempo effettivo di gioco guardando all’Europa dove ormai il “maxi recupero” è realtà da due anni. C’è anche però l’altra faccia della medaglia: una squadra può decidere di intervenire duro sul calciatore più forte tra gli avversari per metterlo fuorigioco due minuti sfruttare, magari, qualche ripartenza. Attenzione, però: questa regola vale solo nel caso in cui il giocatore non venga ammonito. Insomma, buone intenzioni ma grande confusione.

Un labiale di troppo: il rapporto conflittuale di Messi con le telecamere

Leggenda del calcio mondiale, ma ha anche qualche difetto: del resto, anche lui è un essere umano. Messi non è nuovo a questo tipo di sfoghi. Dobbiamo tornare indietro al 2021, ai tempi del Barcellona: “Lui (l’arbitro ndr.) voleva davvero ammonirmi, incredibile…”. La frustrazione davanti alle telecamere del Camp Nou – al termine del primo tempo contro il Valladolid – non è passata inosservata. Tanto rumore per un cartellino giallo? Sì, perché in caso di ammonizione, Messi avrebbe saltato il Clàsico contro il Real Madrid previsto per la settimana successiva.

MLS, non sempre un’oasi felice

Davanti alle telecamere in campo sì, in conferenza stampa meglio di no. Questo il paradosso di Messi nella sua esperienza americana. Negli USA resiste la tradizione di aprire lo spogliatoio di un club ai giornalisti dopo una partita, creando un ambiente in cui i media hanno accesso relativamente libero per qualsiasi giocatore e di qualsiasi importanza: un modo per rendere più autentico il postpartita. Secondo alcune indiscrezioni un semplice malinteso, ma Messi per diverso tempo non aveva comunque rilasciato dichiarazioni di alcun tipo. Ora sembra essere davvero tornato il bel tempo: con un feeling ritrovato (o meglio, mai perso) con il compagno Luis Suarez, l’Inter Miami vola al primo posto della Eastern Conference. Grazie a un Leo (12 gol e 11 assist) formato “Pulga”.

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