Cinema

Jasmine Trinca: “Ho subito molestie molte volte. Non si tratta di mele marce, ma di un sistema di potere”

L'attrice è un fiume in piena sulla questione MeToo

di Davide Turrini
Jasmine Trinca: “Ho subito molestie molte volte. Non si tratta di mele marce, ma di un sistema di potere”

Ho subito molestie molte volte. Non si tratta di mele marce, ma di un sistema di potere”. Jasmine Trinca è un fiume in piena sulla questione MeToo. In una lunga intervista a Vanity Fair, l’interprete tra gli altri di Miele, racconta l’esperienza sul set dell’Arte della Gioia, la serie Sky diretta dall’amica Valeria Golino, in anteprima nelle prossime ore al Festival di Cannes. “Mi prende proprio in un momento in cui ribollo”, ha spiegato la Trinca all’intervistatrice riferendosi alle recenti denunce di molestie e violenza sessuale di diverse attrici e lavoratrici dello spettacolo francese contro uomini del mainstream cinematografico.

Usciranno nomi grossi dopo che Judith Godrèche ha denunciato il regista Benoît Jacquot di averla stuprata e molte donne hanno fatto il nome di Depardieu. Ho trovato imbarazzante che Macron si sia affrettato a difenderlo”. Trinca definisce peraltro “non abbastanza coraggioso” il MeToo italiano dove di nomi alla fine della fiera non ne sono stati fatti se non una manciata. “Ogni donna è libera di parlare coi propri tempi e le proprie modalità e questo richiede massimo rispetto. La presa di parola collettiva certamente è quello che sarebbe auspicabile e la stampa, la società dovrebbero sostenere il coraggio delle donne e non mettere in discussione la loro parola. Invece il sistema reintegra sempre gli abusatori: continuano a lavorare e a esercitare il potere, anche ad alti livelli”.

La 43enne attrice romana, che esordì col botto proprio a Cannes poco più che maggiorenne con La stanza del figlio diretta dal pigmalione Nanni Moretti, descrive così i molestatori e violentatori made in Italy: “Spesso sono gli insospettabili: nel cinema i registi, le persone potenti, celebrate, riconosciute, stimate. Non si tratta di mele marce, non si tratta di maniaci: parliamo di un sistema di potere, del prodotto di una cultura. Abusi che non trovano giustizia, ed è terribile pensare che dopo un po’ di rumore, tornerà tutto come prima”. Trinca spiega anche che Dissenso Comune (manifesto e collettivo che denunciò pubblicamente i fatti ndr) è stato un “fallimento politico” e che ha subito molestie come il “90% delle donne”: “È successo diverse volte, quando ero giovane. Molestie fisiche e verbali”.

L’attrice descrive poi così la non reazione di fronte alle molestie: “Oggi avrei tutt’altra capacità di reazione, e sono in un’altra posizione, non ci sarebbe più squilibrio di potere, ma all’epoca, la consapevolezza era diversa, in me e anche forse nel contesto culturale. Il tratto che accomuna spesso queste situazioni è che non percepisci subito quel comportamento come un abuso, anche se lo è e fino in fondo. È una cosa di cui l’abusante si approfitta. Quando le altre hanno cominciato a parlare, mi sono riconosciuta nelle loro parole, nelle loro storie. Sono situazioni più ambigue rispetto a essere aggredite in un vicolo da uno sconosciuto. È raggelante”. Infine Trinca sottolinea che non ha fatto nomi “perché all’epoca dei fatti non ho capito fino in fondo cosa mi accadeva ed è stato solo dopo che ho preso coscienza (…) ed oggi è troppo tardi per fare le denunce”, ma che “lo spazio lavorativo e le sue dinamiche devono essere puliti da squilibri e prevaricazioni di potere”. “Dunque – conclude – io con certa gente non ci lavoro: non mi troverete sul set di una persona che molesta o abusa”.

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