Economia & Lobby

La Commissione Ue alza le stime per la crescita italiana 2024 a + 0,9%. Soffre la Germania che si ferma a + 0,1%

La Commissione europea ha alzato le previsioni di crescita del Pil italiano nel 2024 e ridotto leggermente quelle per il 2025. Quest’anno l’economia italiana dovrebbe espandersi dello 0,9% (0,7% la stima precedente), avvicinandosi alle stime del governo (+ 1%). Nel 2025 l’incremento del Pil è ora atteso dell’1,1% (1,2% la stima precedente). I dati sono contenuti nelle previsioni di primavera diffuse oggi da Bruxelles. Per l’intera zona euro è confermata una crescita economica 2024 dello 0,8% mentre nel 2024 si prevede un + 1,4%. Per la Germania è stimato quest’anno un modesto + 0,1% e un + 1% nel 2025, in coda alla classifica della crescita.

La Francia crescerà quest’anno dello 0,7% e l’anno prossimo dell’1,3%. La Spagna del 2,1% quest’anno e nel 2025 dell’1,9%. L’inflazione della zona euro è attesa in calo al 2,5% quest’anno e al 2,1% nel 2025. A trainare la zona euro risultano essere quindi i Paesi del sud. Oltre alla Spagna, per la Grecia si prevede una crescita del 2,2% quest’anno e del 2,3% il prossimo. Il Portogallo registrerà un aumento del Pil dell’1,7% nel 2024 e dell’1,9% nel 2025.

Nel focus sull’Italia la Commissione spiega che “gli investimenti residenziali sostenuti dal governo saranno sostituiti dalla spesa in conto capitale sostenuta dal Recovery Fund”. Bruxelles rileva che il disavanzo pubblico diminuirà’ perché verrà interrotto il consistente sostegno alla ristrutturazione degli alloggi (superbonus, ndr) e aumenterà nuovamente nel 2025, a politiche invariate. Il rapporto deficit/prodotto interno lordo scenderà quindi dal 7,4% al 4,4% nel 2024, per risalire al 4,7% nel 2025. Il debito pubblico salirà al 138,6% nel 2024 e al 141,7% nel 2025.

“L’incertezza e i rischi al ribasso per le prospettive economiche derivanti dall’ambiente esterno dell’Ue sono aumentati. Anche l’incertezza politica globale è elevata, alla luce del una quota senza precedenti della popolazione mondiale che va alle elezioni quest’anno”, ha detto il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni presentando le previsioni. “La quasi completa eliminazione delle misure legate all’energia, la riduzione dei sussidi per gli investimenti privati, in particolare il superbonus in Italia, e il graduale miglioramento dell’attività economica porteranno a nuove riduzioni del deficit aggregato nella Ue”, aggiunge Gentiloni.

Le differenze sulle attese Ue sul deficit italiano rispetto a quelle di Roma sono su “proiezioni che non sono strettamente comparabili perché il programma di stabilità presentato dall’Italia non contiene obiettivi di bilancio per il 2025 e per gli anni successivi, una comparazione più seria potrà essere fatta nei prossimi mesi. Sul debito nelle nostre previsioni c’è una crescita maggiore che nelle previsioni italiane perché “non contiamo l’annuncio del governo italiano relativo a privatizzazione di asset pubblico che ammonterebbero a 0,7% per le quali mancano alla commissione i dettagli per poterle valutare”, ha spiegato il commissario.

Gentiloni ha infine affermato che “Dovrebbero arrivare a novembre le richieste della Commissione Ue sull’aggiustamento di bilancio legato alla procedura per disavanzo eccessivo con il nuovo Patto di stabilità. Si sta finalizzando la discussione tra la Commissione e i diversi governi l’ipotesi di presentare le decisioni” sulle procedure europee per disavanzo eccessivo “nel pacchetto di primavera di giugno ma presentare le raccomandazioni ai diversi Paesi nel pacchetto di novembre”.

“Le previsioni della Commissione sono in linea con le nostre. Sul debito, purtroppo, gravano per cassa negli anni prossimi gli effetti negativi del Superbonus. D’altra parte i dati europei sul rapporto debito/Pil non incorporano gli effetti dei recentissimi provvedimenti che avranno effetti positivi sui conti”, così il ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti. “Le previsioni approvano la nostra politica economica: crescita, creazione di posti di lavoro e rigore fiscale, miglioramento del potere d’acquisto delle famiglie e competitività delle imprese”, scrive su su X, il premier spagnolo Pedro Sanchez.