E voi lo ricordate l’Aston Villa in Champions League? Ovviamente no, perché l’ultima apparizione dei Villans risale a 41 anni fa, quando ancora la competizione si chiamava “Coppa dei Campioni”. Con la sconfitta del Tottenham contro il Manchester City (che consegna anche virtualmente l’ennesimo titolo a Guardiola) la squadra di Unai Emery può festeggiare una qualificazione storica. Ma com’era il mondo del calcio (e non solo) nel 1983?

L’Italia al centro del mondo sportivo

Dicevamo la Coppa dei Campioni, dunque. Durante l’edizione 82-83, l’Aston Villa venne sconfitta nei quarti di finale dalla Juventus – del pallone d’oro di quell’anno Michel Platini – che poi si arrese clamorosamente in finale contro l’Amburgo. In Serie A, grazie al pareggio di Genova per 1-1, la Roma vince il primo scudetto della sua storia. Difficile da credere oggi, ma 40 anni fa il Real Madrid era in grado di perdere una finale di Coppa delle Coppe contro la sorpresa Aberdeen. Insomma, non proprio galacticos.

Un anno prima i mondiali di calcio in Spagna, nell’ ’83 trionfo azzurro dell’Italbasket agli Europei: Sandro Gamba la firma d’autore in panchina, Dino Meneghin e Brunamonti i protagonisti in campo. La Ford Cantù, invece, torna sul tetto più alto d’Europa a Grenoble. Giovanni “Long John” Franceschi entra nella storia del nuoto italiano: doppietta oro nei 200 e nei 400 misti agli europei di Roma.

In NBA è “Doctor J” mania

Prima di Michael Jordan, dopo Wilt Chamberlain. In America, le finali NBA hanno un protagonista indiscusso: Julius Erving dei Philadelphia 76ers. Iconico il suo titolo in maglia Phila – proprio nel 1983 – contro i Lakers di Magic Johson e Kareem Abdul-Jabbar.

Tra cinema, musica e tecnologia

È l’anno del primo telefono cellulare palmare al mondo, il Motorola DynaTAC 8000X e Microsoft rilascia la prima versione di Word: è rivoluzione. L’Italia al centro del mondo, non solo sportivo ma anche musicale: Toto Cutugno canta L’Italiano e il suo successo è globale, non solo negli anni ’80. Al cinema, è l’anno di Scarface di Al Pacino.

Stanislav Petrov, “L’uomo che salvò il mondo”

Un errore che sarebbe potuto costare caro per le sorti dell’umanità. Nella notte del settembre del 1983, l’ingegnere sovietico Stanislav Petrov era di servizio in una base militare a sud di Mosca. Il suo compito era quello di sorvegliare l’attività di un sistema di allerta sovietico che avrebbe dovuto rilevare l’eventuale lancio di missili nucleari da parte degli Stati Uniti. Poco dopo la mezzanotte, il sistema suona e come da protocollo avrebbe dovuto avvertire i suoi “superiori” per procedere con l’immediato contrattacco.

Petrov, però, decise di attendere ulteriori conferme. Le conferme non arrivano a causa di un malfunzionamento che aveva provocato un falso allarme. La cautela di Petrov evitò un contrattacco che avrebbe fatto degenerare la situazione. L’episodio passò alla storia come “l’incidente dell’equinozio d’autunno”.

Dopo quasi mezzo secolo, dunque, l’Aston Villa torna nell’Europa che conta. Qualche versione di Iphone dopo…ma con “L’italiano” di Toto Cutugno che ancora oggi risuona in tutto il mondo. E la maledizione del Benfica di Bela Guttmann continua ancora.

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