Giustizia & Impunità

“Lollobrigida governatore neohitleriano”, prosciolta dall’accusa di diffamazione la filosofa Donatella Di Cesare

“Lollobrigida governatore neohitleriano”. La filosofa Donatella Di Cesare per questa frase era stata rinviata a giudizio per le frasi a DiMartedì il 4 aprile 2024. Oggi il giudice monocratico di Roma ha dichiarato il non luogo a procedere nei confronti della docente di filosofia alla Sapienza di Roma, che era accusata di diffamazione dopo una querela presentata dal ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. Per il giudice il fatto “non costituisce reato”. Nel corso della trasmissione televisiva, commentando le parole di Lollobrigida sulla ‘sostituzione etnica’, aveva affermato che “quello del ministro non può essere preso per uno scivolone perché ha
parlato da Gauleiter, da governatore neohitleriano’.

“Spero che l’esito favorevole del mio processo costituisca un precedente e sia un segnale chiaro. Non si può scambiare il governo con il comando – scrive Donatella Di Cesare – L’egemonia culturale non si ottiene con l’imposizione arrogante, non si conquista nelle aule dei tribunali. La democrazia è il confronto aperto anche nei toni critici. Fare dell’avversario politico un nemico da punire significa avere strani e inquietanti progetti per questo paese. Oggi però ho percepito che c’è un’Italia che non arretra, non accetta disegni autoritari, né tanto meno idee razziste come la “sostituzione etnica”. Un argine è stato innalzato contro il postfascismo meloniano“.

“Tutto ruota intorno alla formula ‘sostituzione etnica’ che il ministro ha pronunciato al congresso Cisal il 18 aprile 2023 suscitando molto scalpore – aveva spiegato la docente in una nota inviata all’Ansa all’epoca – La sera dello stesso giorno, nella puntata del programma DiMartedi su La7, quando mi è stato chiesto di commentare, ho detto che ‘il nazismo è stato un progetto di rimodellamento etnico del popolo e il mito complottistico della sostituzione etnica è nelle pagine del Mein Kampf di Hitler’. Ho aggiunto: ‘credo che le parole del ministro non possano essere prese per uno scivolone, perché ha parlato da Gauleiter, da governatore neohitleriano‘”, ha scritto la docente, precisando che quella sua opinione “si è basata sui miei studi di anni su questo argomento”.

“Duole constatare che un ministro, dal suo posto di potere, denunci una privata cittadina – aveva proseguito la studiosa -. Soprattutto preoccupa l’abuso di querele per tacitare le voci del dissenso intellettuale. Gli esponenti di un governo democratico dovrebbero essere aperti al confronto e rispondere con le parole e i mezzi della discussione pubblica alla critica politica anche aspra. Al contrario qui arrivano querele come manganellate. Non mi faccio tuttavia intimidire. Ho fiducia nella magistratura e mi difenderò in tribunale”. Nel corso della trasmissione dell’anno scorso, Di Cesare era partita dalla visita del Capo dello Stato Sergio Mattarella al campo di Auschwitz. “Auschwitz è stato il risultato di un progetto politico di rimodellamento etnico della popolazione, il mito complottista della sostituzione etnica c’è già nelle pagine di Mein Kampf di Adolf Hitler ed è il cuore dell’hitlerismo”, aveva argomentato prima dell’attacco a Lollobrigida.