Cinema

Cannes 2024, I Dannati di Roberto Minervini: un’epopea anti-eroica sui soldati della Guerra Civile Americana

Tra realismo e simbolismo, "I Dannati" cattura l'essenza tragica di una guerra fratricida, riflettendo sull'alienazione e la disperazione dei suoi protagonistira realismo e simbolismo, "I Dannati" cattura l'essenza tragica di una guerra fratricida, riflettendo sull'alienazione e la disperazione dei suoi protagonisti

di Anna Maria Pasetti

Affrontare la Frontiera. Ma non con lo spirito della conquista colonizzatrice, bensì con la rassegnazione di un’impresa senza senso, interpretata come un servizio a una nazione in piena guerra fratricida incosciente del proprio sbandamento. Lontanissimo formalmente dal blasonato Civil War di recente uscita nelle sale, I Dannati di Roberto Minervini è ambientato nell’omonimo conflitto ma che realmente esplose tra gli States (non) Uniti d’America tra il 1861 e il 1865, precisamente nell’inverno 1862. Al centro del film applaudito oggi al Festival di Cannes nel concorso di Un Certain Regard – l’unico firmato da un autore italiano benché da anni residente negli USA – è una manciata di soldati nordisti volontari inviati al presidio dei territori dell’allora inesplorato e molto wild West. I loro volti e corpi, però, distano anni luce dall’iconografia rampante ed eroica hollywoodiana: trattasi infatti di uomini rovinati dalla guerra, a prescindere dalla loro età, provenienza, principi spirituali o fede religiosa.

A guardarli fin dalle prime inquadrature, come sempre condotte da Minervini con uno sguardo di meticoloso realismo benché calato in un film di finzione (la sua cifra del “documentario di creazione” è rimasta indenne) si scorge immediatamente il loro senso di emarginazione, di intima malinconia, profuso di quella “idleness” che tanto bene in inglese traduce l’inutilità circolare, il non-senso del tutto. Del resto Minervini, qui al suo sesto lungometraggio, non si è mai sottratto da un cinema ricco di profondità tematica oltre che di audacia formale; in questo caso sotto accusa è la follia di ogni guerra che travolge gli esseri umani riducendoli a dei “reduci” sotto vari aspetti, una sopravvivenza psico-fisico-spirituale che lascia ferite indelebili. I Dannati, che meglio sarebbe chiamare “condannati”, intuiscono il loro destino di abbandono dal mondo: calati in territori ostili, spesso congelati nella neve senza idoneo equipaggiamento, corrono il rischio di agguati dal nemico, sono insomma sottoposti ed esposti a morte quasi certa alla stregua di presiedere una trincea.

Quindi, per quanto l’opera sia in costume e connotata a uno spazio/tempo della Storia ben definito, essa vuole assurgere al simbolico eterno, a quella “wasteland” di matrice elliottiana che supera il luogo fisico per indicare in realtà la miseria umana quando sceglie l’auto-distruzione bellica. Il vecchio dai lunghi capelli e il volto scavato dal tempo accompagnato dai suoi due figli ancora candidi, l’ex eroico senza fede ma che crede nella fratellanza, il coraggioso che finge di sperare: sono tutti individui di una comunità dal destino segnato, e non casualmente nel paradosso di un Paese che ha costruito sulla conquista – e quindi sull’annientamento degli abitanti nativi preesistenti – la propria identità. Minervini li osserva con la piétas adatta alla grande tragedia classica, uomini votati al Fato che non comprendono (forse) o se lo fanno non vi si oppongono anche quando conversano tra loro davanti a un esiguo fuoco nel tentativo di dare un senso a quanto stanno sperimentando.

Per quanto il film viaggi “in altezza e profondità” sia formale che appunto tematica, purtroppo manifesta nel suo procedere una certa fatica ritmica che, se può rispondere a coerenza con il racconto messo in scena, non ne sostiene la fluidità narrativa. Una narrazione che si appesantisce ulteriormente quando la scrittura dei dialoghi si impregna di retorica pseudo-filosofica, per quanto si capisca perfettamente l’ottima intenzione sottostante il progetto. Coprodotto da Italia-USA-Belgio, I Dannati è nelle sale per Lucky Red da giovedì 16 maggio.

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